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Apindustria, stop all'Iva sugli insoluti:"La versino i cattivi pagatori"

La proposta arriva da Apindustria Confimi Vicenza basterebbe introdurre una procedura automatizzata per dare facoltà al fornitore di emettere una nota di accredito per il recupero dell'imposta, costringendo il cliente debitore a versarla all'Erario

Con l’inizio dell’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2017, le imprese manifatturiere vedono svanita la possibilità di recuperare l’Iva da versare sui mancati pagamenti in caso di fallimento o concordato. Per questo il presidente di Apindustria Confimi Vicenza, Flavio Lorenzin, invita il Governo a rivedere il congelamento delle misure annunciate solo pochi mesi fa in merito al recupero dell’imposta, per dare una parziale boccata d’ossigeno alle aziende già penalizzate dai mancati introiti sulle forniture.

"Quando viene effettuata la fornitura della merce senza che venga corrisposto il pagamento – spiega Lorenzin – le nostre aziende si trovano investite da una doppia ingiustizia, rappresentata dall’obbligo di versare l’Iva su importi che non sono stati riscossi e di pagarne anche le relative imposte. La nostra richiesta era di recuperare almeno l’Iva versata come sostituti di imposta, rimanendo esposti, anche se dal nostro punto di vista ingiustamente, ai soli importi non incassati dalle forniture".

Per superare questo problema, Apindustria Confimi Vicenza, insieme alla Confederazione nazionale delle imprese manifatturiere, avanza una proposta: "La nostra idea per tutelare le imprese oneste è quella di introdurre una procedura di autogestione imprenditoriale, in grado di rovesciare la situazione attuale dove il 75% degli insoluti sono intenzionali (dato rilevato da una recente indagine nazionale), attraverso una procedura automatizzata per il recupero dell’Iva relativa e la sospensione della deducibilità del costo per il cliente insolvente".

Secondo la proposta di Confimi Industria, in sostanza, basterebbe introdurre una procedura automatizzata per dare facoltà al fornitore di emettere una nota di accredito per il recupero dell’Iva sugli insoluti subìti, costringendo allo stesso tempo il cliente debitore a versarla all’Erario, a pena di possibili verifiche mirate.

"Si tratta di una proposta a costo zero – conclude il Presidente Lorenzin – con evidenti benefici per le casse erariali, attraverso la quale lo Stato diventerebbe alleato delle imprese nel recupero dei crediti, superando un circolo vizioso che si sta rivelando devastante per l’intera economia, in quanto causa di fallimenti e perdita di posti di lavoro per il mancato incasso dei crediti dovuti".

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