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Cronaca

Vicenza, tagli alla spese: a rischio i centri antiviolenza

La Regione cerca soldi per fondo per le calamità: servono 20 milioni da raccogliere tagliando altre voci di spesa. Si guarda al sociale. L'assessore Sala:"Si taglino gli sprechi, non gli aiuti alle persone più fragili"

"I centri antiviolenza sono una realtà consolidata della nostra regione, una necessità voluta da migliaia di donne, da decine di associazioni femminili e finalmente certificata da una legge regionale del 2013 che ha stabilito un fondo per il loro finanziamento. Stiamo lavorando in tutte le direzioni per aumentarne la disponibilità economica e potere fare progetti di prevenzione, ma i fondi regionali sono necessari per consentire una continuità del servizio, e non possono essere tagliati. Tagliare i fondi vuole dire chiudere i centri antiviolenza della nostra regione, e assumersene la responsabilità". Questo il commento dell'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala al paventato taglio dei finanziamenti regionali 2015 nell'ambito di una proposta che mira a recuperare 20 milioni di euro per un fondo per le calamità attraverso contrazioni di vari impegni di spesa, fra cui quelli dedicati al sociale. “La Convenzione di Istanbul – aggiunge il consigliere comunale delegato alle pari opportunità Everardo Dal Maso --- prevede che la violenza sulle donne sia riconosciuta come violazione dei diritti umani e come forma di discriminazione, con conseguente responsabilità dei Paesi aderenti se non garantiscono risposte adeguate al suo contrasto. Appare dunque inutile che l’Italia sottoscriva Convenzioni come questa se poi, a livello regionale, vengono effettuati tagli tanto importanti da impedire di portare avanti l’impegno preso. La nostra amministrazione si adopera con tutte le sue forze e con un grande appoggio dei privati affinché il centro funzioni al meglio, ma non può prescindere dalle erogazioni regionali che garantiscono il servizio minimo essenziale. Abbiamo scelto di dedicare il 5x1000 al centro antiviolenza di Vicenza, che peraltro ha fino ad oggi accolto donne anche degli altri 39 comuni dell'ULSS 6; sviluppiamo progetti di fund raising, facciamo la nostra parte come Comune, ma i 30 mila euro della Regione ci sono necessari per il pagamento del personale; sono un piccolo investimento che grazie all'impegno di tanti soggetti pubblici e privati contribuisce a dare una risposta concreta ed efficace a uno dei maggiori drammi della nostra società". "Si taglino piuttosto le spese inutili – è la conclusione dei due amministratori - non quelle che aiutano le persone più fragili, siano esse disabili, malati di Alzheimer o vittime di violenza”. Il centro antiviolenza di Vicenza nei tre anni di attività ha preso in carico 324 donne, con un trend in costante crescita. Le donne seguite da esperte hanno alle spalle storie di violenza fisica, sessuale, psicologica, economica. Vittime insieme a loro sono spesso i minori che subiscono violenza assistita e come tali sono a rischio di assumere da adulti comportamenti violenti o di sviluppare altre forme di patologie sociali. Il centro inoltre ha tra i propri scopi quello di mettere in rete tutti i soggetti che si occupano del tema della violenza contro le donne, sviluppando protocolli con forze dell'ordine, aziende sanitarie e altri attori. A Vicenza è stato sottoscritto di recente un accordo con l'ordine degli avvocati che consente di beneficiare della consulenza gratuita di professionisti.

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