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Cronaca

Rifornivano di coca tutta la provincia: tre arresti, anche una neomamma

Una rete strutturata con la droga venduta via Whatsapp e consegnata a domicilio. I carabinieri hanno sgominato una banda di spacciatori con a capo un giovane albanese, compagno di una vicentina 33enne titolare di un bar in corso Padova

La cocaina arrivava dall'Albania. Andavano a prenderla direttamente in grossi quantitativi: almeno tre chili quella portata in Italia nel corso di pochi mesi. La domanda era tanta così come pure il consumo, anche 5-6 grammi al giorno per persona. I clienti praticamente tutti vicentini, da tutta la provincia, di diversa età e classi sociali. Alcuni di loro sono arrivati a vendersi la macchina per pagarsi le dosi.

Una rete ramificata, quella sgominata dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Vicenza che nei giorni scorsi ha portato all'arresto di tre persone: due albanesi di 35 e 24 anni e una vicentina 33enne madre di una bimba di pochi mesi. Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati 5000 euro in contanti e un chilo di cocaina. Il giro d'affari è stato stimato in 200mila euro circa per tre mesi di attività. 

LE INDAGINI

Un'indagine lunga e complicata, quella dei carabinieri, iniziata nel dicembre 2016 con il fermo di un giovane vicentino trovato in possesso di alcuni grammi di "neve". Il ragazzo, segnalato come consumatore, ha fornito informazioni ai militari che hanno permesso di individuare altri clienti e poi ad agire con dei controlli specifici nel 2017. L'attività investigativa ha permesso agli operatori di individuare in un bar di Corso Padova al numero 51, di proprietà di Luisa Santini, vicentina 33enne.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri la Santini, neomamma di una figlia avuta dal 24enne Aliaj Xhulio, albanese irregolare in Italia, gestiva assieme al compagno - considerato il capo della banda - e al cugino di lui, Haderaj Sokol, un traffico di spaccio di cocaina di buona qualità a disposizione di circa  una trentina di clienti in città e in molte zone della provincia. I tre, incensurati sono stati arrestati. La Santini è finita ai domiciliari in quanto madre di una bambina piccola, Xhulio è stato trasferito in carcere e Sokol con l'obbligo di firma. I erano domiciliati in zona Stanga. 

IL SISTEMA DI SPACCIO

La peculiarità della banda stava nel sistema di approvigionamento (Sokol andava a prendere in macchina la cocaina direttamente in Albania) e sopratutto nel contatto con i clienti. Attraverso Whatsapp il consumatore stabiliva con frasi in codice il quantitativo richiesto che poi spesso veniva recapitato a domicilio. 

Le dosi avevano prezzi diversi al grammo: dai 60 ai 100 euro al grammo a seconda dei quantitativi acquistati ma anche delle possibilità economiche dei clienti. I consumatori erano di una fascia d'età compresa tra i 20 ai 60 anni: operai, imprenditori persino la giovan e figlia di un medico condotto.

C'erano persone che acquistavano anche 6 grammi in un giorno, arrivando a spendere 30mila euro al mese, e per questo si indebitavano pesantemente. In un paio di casi sono stati costretti a cedere la loro auto (una Volvo e una Nissan Qashquaia Sokol - a quanto sembra anche trafficante di auto - per saldare il debito da dipendenza. 

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