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Cronaca

Vicenza, rifiuti nell'oasi: 30 anni dopo arriva l'inchiesta

Sacchetti di cromo esavalente vennero seppelliti a Casale negli anni ottanta. La procura apre un' inchiesta a carico di ignoti

Il pubblico ministero Luigi Salvadori ha aperto un inchiesta verso ignoti 30 anni dopo il presunto inquinamento da cromo dell'oasi di Casale.  Il tempo, è proprio il caso di dire, ha seppellito le prove, i presunti illeciti sarebbero avvenuti negli anni Ottanta. 

Come riportato sulle pagine de Il Giornale di Vicenza, Giuseppe Romio, portavoce del comitato per la difesa del territorio di Casale, denunciò l'utilizzo di quella che all'epoca era ancora una cava d'argilla, ora divenuta l'oasi, come discarica.  Secondo quella prima accusa nel terreno vennero seppelliti migliaia di sacchi di plastica contenti cromo esavalente.

Dopo verifiche da parte dell'Ulss, denunce,  e i primi provvedimenti il 28 marzo di 25 anni fa la presenza di cromo nelle acque venne accertata ma considerata non pericolosa. Nel 1997 il comitato tornò alla carica ma la situazione di fatto non cambiò. Nel 2015, infine, l'ultimo esposto firmato da Giovanni Pellizzari con il supporto del presidente del comitato, depositato al comando della guardia Forestale.  Secondo l'esposto sarebbero 36 i casi di malattia, , soprattutto leucemie, (26 decessi) registrati nella zona dalla scoperta del presunto inquinamento. 

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