Vicenza, clona carte di credito per 200mila euro: a processo un 30enne

Avrebbe trasferito i pagamenti effettuati dai clienti per gli acquisti nei negozi con il Pos in altri conti di paesi dell’ex Unione Sovietica o nei cosiddetti “paradisi fiscali” in tutto il nodo. Una truffa informatica ben congegnata e articolata avrebbe portato nelle tasche di G.Z., 30enne serbo senza dimora stabile in Italia, un guadagno illecito di più di 200mila euro.

Per questo la procura di Vicenza, come riferisce il Giornale di Vicenza, ha chiesto di procedere nei confronti del 30enne. L’accusa è di indebito utilizzo dei bancomat e di frode telematica. Il primo caso sarebbe avvenuto a Vicenza nel gennaio di tre anni fa in un negozio delle Piramidi di Torri di Quartesolo ma i colpi sono avvenuti anche in altri negozii di Padova, Verona, Udine, Pordenone, Trento e Gorizia.

L'indagine è partita dalla procura di Trieste che ha intercettato il serbo in un albergo del padovano con in possesso diverso materiale informatico. È emerso che il pirata farebbe parte una organizzazione criminale ben organizzata che agisce principalmente sulle transazione online una volta che vengono completate attraverso il pagamento Pos nei negozi. I terminali vengono intercettati sulla rete telematica ed è solo lì che le carte vengono clonate, senza essere fisicamente modificate. A quel punto la somma viene dirottata su altri conti.  

Oltre al passaggio illecito di soldi durante gli acquisti, la gang si occupa anche di rubare le informazioni segrete delle carte di credito per svuotare i conti dei malcapitati. A Vicenza sono stati colpiti 5 negozi ma in tutto sono circa venti gli esercizi commerciali che sono stati oggetto delle attenzioni della banda che avrebbe derubato una decina di clienti, principalmente stranieri.