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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Vicenza, falso ambasciatore visita il tribunale: arrestato

Si è presentato in tribunale a Vicenza scortato da due "guardie del corpo", un lampeggiante sopra la berlina d'ordinanza. Ma era solo un mitomane

Il finto ambasciatore, arrivato in tribunale, voleva illustrare agli organi istituzionali il suo progetto di sorveglianza e tutela per le vittime dei reati, in particolare donne e bambini. In realtà, ad aspettarlo, in luogo del Presidente del Tribunale, c’erano gli uomini della Polizia di Stato che gli avevano già preso le misure. Gli accertamenti, immediatamente richiesti dallo stesso Presidente del Tribunale agli operatori della DIGOS, avevano evidenziato come S.B., 32 anni, già noto alle Forze dell’Ordine, non fosse un diplomatico.

Dopo qualche giorno, il sedicente diplomatico ed i due uomini della sua “scorta” sono stati perquisiti e denunciati per usurpazione di funzioni pubbliche e possesso di segni distintivi delle Forze di Polizia. Secondo le indagini condotte dalla DIGOS di Vicenza e Verona, in collaborazione con la Sezione di p.g. del Tribunale – aliquota Polizia di Stato, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno evidenziato come il finto console avesse costruito attorno a sé una innumerevole serie di falsità. Pertanto, il Pubblico Ministero, dott.ssa Serena CHIMICHI, lo ha iscritto nel registro degli indagati, unitamente alle due “guardie”, i veronesi G.F. e E.S..

La Polizia ha inoltre sequestrato loro una pistola ad aria compressa ed un’altra vera, regolarmente detenuta ma lasciata  nel posto sbagliato. Servivano, secondo l’accusa, per dare credibilità ai “servizi di sicurezza”. Per cui è scattata la denuncia anche per la violazione della legge sulle armi (omessa custodia). La scoperta del falso diplomatico, che si spacciava per “Console Generale della Missione in Italia per la International Commission of Diplomatic Relations Human Rights and Peace IGO” (agenzia operante in seno all’ONU e peraltro realmente esistente) ed anche come “Diplomatico per gli Affari Generali del Ghana” è giunta grazie al fatto che il Presidente del Tribunale, dr. RIZZO, qualche settimana fa, aveva sentito puzza di bruciato.

S.B., infatti, aveva mandato una e-mail in Tribunale, chiedendo di essere ricevuto dal Presidente per parlargli di un progetto di protezione delle vittime, che sarebbe stato finanziato dall’ONU. Al Presidente RIZZO, i modi della richiesta non tornavano ed aveva chiesto alla sua segreteria di compiere degli accertamenti. Ottenuto l’esito immaginato, aveva chiesto l’ausilio della Procura, che a sua volta aveva delegato la sezione di p.g. e la DIGOS. Dalle indagini condotte dagli uffici della Polizia di Stato di Vicenza e Verona, era emerso che presso la citata agenzia dell’ONU nessuno conosceva il soggetto e che detta agenzia non aveva sedi diplomatiche in Italia. A quel punto era stato comunque invitato presso il Tribunale di Vicenza, dove – qualche settimana fa – si era presentato tutto cerimonioso.

L’obiettivo, secondo gli inquirenti, più che ottenere quel “servizio di tutela”, era accreditarsi con il Presidente del Tribunale, magari scattando una foto insieme, da utilizzare, poi, per pubblicizzare i suoi “incarichi” e forse trarne profitto. Poco dopo la visita, gli investigatori della Polizia di Stato hanno eseguito le perquisizioni delegate dall’A.G. presso la finta sede diplomatica di San Giovanni Lupatoto (VR) e nelle abitazioni dei tre indagati. Durante il blitz sono stati rinvenuti e sequestrati targhette, biglietti da visita, tesserini diplomatici autoprodotti (recanti indicazione della citata agenzia dell’ONU), nonché un lampeggiante per simulare servizi di scorta o rappresentanza.

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