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Cronaca

Vicenza capoluogo più giovane del Veneto: matrimoni, nascite e stranieri in calo

Venerdì, l'assessore alla Semplificazione e innovazione tecnologica Filippo Zanetti, ha presentato i dati emersi dall'analisi degli indicatori anagrafici della popolazione residente nella città del Palladio elaborati dall'ufficio statistica

“Notiamo un andamento demografico decrescente per il 2016, - ha dichiarato l'assessore alla semplificazione e innovazione tecnologica Filippo Zanetti - le cui cause vanno ricercate nell'azione congiunta e negativa sia del saldo naturale (differenza nati-morti: -386) sia di quello migratorio (differenza iscrizioni-cancellazioni per emigrazione: -369). È rilevante il calo di natalità che riguarda, da quest’anno, anche i bambini non italiani. In 15 anni, inoltre, sono quasi dimezzati i matrimoni (da 573 nel 1999 a 290 nel 2016); a partire dal 2007, inoltre, i matrimoni civili hanno iniziato a superare quelli religiosi: se nel 1999 quelli religiosi sono stati 379 e 194 i riti civili, lo scorso anno si sono celebrati 97 matrimoni religiosi e 193 civili”.

"Si tratta di una fotografia della città dal punto di vista demografico e statistico molto utile per chi amministra il territorio – spiega Zanetti – dal momento che le scelte politiche devono partire dall'analisi dei dati che descrivono la composizione della popolazione in un determinato momento storico".

“Dal punto di vista economico, inoltre – ha aggiunto l'assessore Zanetti – nel 2014 (ultimo dato disponibile) il reddito imponibile medio pro capite era di 17.004 euro, segno di una città che sta ancora bene, con la maggior parte di contribuenti (44.473 su 79.685) che hanno dichiarato un reddito compreso tra i 15 mila e i 55 mila euro, mentre sono 19.866 le persone con un reddito fino a 10 mila euro”.

Per quanto riguarda l’età media della popolazione, Vicenza si conferma il capoluogo più giovane del Veneto, come evidenziato (il dato è disponibile per il 2015) dall’indice di vecchiaia che registra la presenza del numero di anziani, dai 65 anni in su, ogni 100 giovani, tra 0 e 14 anni, residenti: Venezia 234,8; Belluno 218,8; Rovigo 211,5; Treviso 207,4; Padova 207,1; Verona 197,1; Vicenza 182,6; per il Veneto il dato si assesta a 159,2.

Passando ai dati del 2016, risultano 112.198 le persone residenti in città: 52.998 maschi e 59.200 femmine. Si tratta di un dato in calo di 755 unità rispetto ai 112.953 residenti al 31 dicembre 2015. Di queste 755 unità in meno, 572 sono cittadini stranieri. La diminuzione della popolazione residente è un fenomeno generalizzato per i Comuni capoluogo del Veneto, ad eccezione di Belluno e Treviso (Venezia -1.447; Verona -1412; Padova -572, Rovigo -242; Belluno +6; Treviso +219).

In città, nel 2016, si registrano inoltre 187,6 anziani ogni 100 giovani, contro i 182,6 dello scorso anno, e l'età media dei vicentini passa da 45,3 a 45,6 anni. Osservando la composizione della popolazione residente per fasce d'età, si nota come nel 2016 la maggior parte dei cittadini si colloca nella fascia 45-54 anni (la cosiddetta generazione del baby boom degli anni 60). L’andamento dell’età media conferma queste variazioni, con un aumento di 2 anni in un intervallo di tempo di 12 anni, passando dai 43 anni nel 2001 agli oltre 45 nel 2016 (43,5 tra i maschi e 47,5 tra le femmine).

Decisamente rilevante, in questo contesto, appare l’incremento numerico della popolazione che ha oltre 85 anni, i cosiddetti “grandi vecchi” della popolazione vicentina che rappresentano il 4,1% del totale, con una prevalenza nettamente femminile.

Tra i residenti, nel corso del 2016 le nascite sono state 797. Rispetto all’anno precedente dunque i nati sono diminuiti sensibilmente di 21 unità (erano stati 818 nel 2015) a seguito delle minori nascite registrate sia tra i residenti italiani (554 contro 571 nel 2015 e 669 nel 2014) sia tra i residenti con cittadinanza straniera (243 contro 247 nel 2015 e 315 nel 2014). Si mantiene comunque una percentuale costante dei bambini di nazionalità non italiana rispetto a quelli italiani (30,5% bimbi stranieri contro il 69,5% di nazionalità italiana). 

La diminuzione del numero di nati, che nel Veneto si attesta sul 14% (rapporto statistico 2016), dipende sia dalla progressiva uscita dall’età riproduttiva delle donne nate negli anni del baby boom, tra il ‘60 e il ’70, (a Vicenza le donne in età fertile - approssimativamente tra i 14 e i 49 anni - risultano essere 23.851 nel 2016, mentre erano 26.475 nel 2010), sia dalla minore propensione alla natalità riscontrata anche tra i residenti stranieri, per i minori flussi in entrata e per la tendenza ad adeguarsi a modelli e stili di vita della realtà in cui ci si trova.

Il tasso di fecondità totale (TFT), che esprime il numero di figli messi al mondo da una donna durante il suo periodo riproduttivo (15-49 anni), per Vicenza è pari a 1,3. Tra le donne italiane questo dato scende a 1,1 mentre è pari a 1,8 tra le donne straniere (nel 2010 questi indicatori valevano rispettivamente 1,2 e 1,9). A livello regionale nel 2014 il TFT valeva 1,3 per le italiane e 2,1 per le straniere.

Anche il saldo migratorio, seppur in misura minore, è negativo: la differenza in numero tra chi ha scelto come nuova residenza Vicenza e chi ha deciso di spostarsi fuori Comune è pari a -369 unità (contro le -212 del 2015).

Le iscrizioni anagrafiche sono state 3.693 (contro le 3.606 del 2015) con una leggera prevalenza delle femmine (1.860 , che nel 2015 erano 1.896) sui maschi (1.833che nel 2015 erano 1.710).

Hanno scelto, invece, di cambiare città nel corso dell’anno 4.062 persone (contro le 3.818 del 2015), di cui 2.018 maschi (contro i 1.958 del 2015) e 2.044 femmine (erano 1.860 lo scorso anno).

Quanto alla nazionalità, diminuiscono i nuovi iscritti all'anagrafe di origine straniera, pari a 1.385 (erano 1.571 nel 2014, 1.429 nel 2015) e, al contrario, aumentano i nuovi iscritti italiani, pari a 2.308 (erano 1.952 nel 2014, 2.177 nel 2015). La presenza di cittadini stranieri è complessivamente in calo: a fine 2016 risultano registrati in anagrafe 17.196 stranieri (contro i 17.768 nel 2015), di cui 9.154 femmine e 8.042 maschi: sono 572 in meno rispetto a un anno fa e, addirittura, 2.454 in meno rispetto ai 19.650 registrati nel 2012, anno record per le presenze straniere.

Le famiglie straniere sono 6.307 (con una media di 2,7 componenti a famiglia), in diminuzione rispetto al 2015 (6.847). Le famiglie miste, tra italiani e stranieri, sono, invece, 1.737. I residenti stranieri nati in Italia sono 3.141 (di cui 2.718 nati a Vicenza).

Per quanto riguarda la composizione per età della popolazione straniera, sono 3.374 le persone nella fascia 0-14 anni, pari al 20% del totale; 13.286 le persone tra i 15 e i 64 anni (77%), 536 gli over 65 (3%).

Si conferma quale area di maggior afflusso l'est Europa: Serbia con 2.495 residenti (erano 2.563 lo scorso anno), Romania con 2.236 (contro i 2.152 del 2015), Moldavia con 1.392 (erano 1.500 nel 2015), Albania con 916 (anziché 957) e Bosnia Erzegovina con 894 (contro i 935 dello scorso anno).

"La scarsa percezione di questo aspetto tra i vicentini - ha precisato l'assessore Zanetti - dimostra quanto l'integrazione di questa parte di popolazione straniera abbia raggiunto un livello elevato".

Con il 15,3% Vicenza occupa la seconda posizione tra i capoluoghi del Veneto in termini di incidenza della popolazione straniera sul totale dei residenti, preceduta solo da Padova che registra il 15,7%. In termini assoluti la presenza straniera più importante è a Verona (35.245 stranieri iscritti in anagrafe).

In corso d’anno tutti i Comuni capoluogo ad eccezione di Venezia e Belluno hanno subito una diminuzione dei residenti stranieri (Verona -1260; Padova -411; Rovigo -86; Treviso -58; Venezia +689, Belluno +14 ).

I decessi nel 2016 sono stati 1.183, ovvero 69 in meno rispetto ai 1.252 dell’anno precedente. Si muore soprattutto a causa di malattie del sistema circolatorio (31%), tumori (24%) e malattie dell'apparato respiratorio (8%). Complessivamente, infine, è diminuito sia il tasso di mortalità (10,51 morti ogni 1.000 residenti) e diminuito il tasso di natalità (7,08 nati ogni 1000 residenti) rispetto al 2015: il risultato finale è un saldo naturale negativo pari a -386.

Al pari della popolazione, anche le famiglie diminuiscono, benché di poco: passano infatti da 51.992, nel 2015, a 51.903, nel 2016, mentre rimane inalterata la composizione: il numero medio di componenti è pari a 2,14.

Le famiglie con anziani (almeno 65 anni di età) sono 19.334 (37% del totale), mentre le famiglie con minori sono 10.815 (21%).

Aumentano (più 222 rispetto al 2015) le famiglie composte da un’unica persona (21.521, pari al 41,5% del totale), contro le 21.299 (41% del totale) del 2015. Di queste 8.436 sono anziani che vivono soli (31% del totale degli anziani, un dato in aumento: erano il 28,3% al censimento 2011 e il 25,5% nel 1991). Dal punto di vista della ripartizione per sesso i “single” fino ai 50 anni sono prevalentemente maschi, mentre dopo questa soglia di età la maggior parte dei nuclei unifamiliari sono femminili, effetto naturale della più lunga aspettativa di vita delle femmine sui maschi.

Aumentano anche le famiglie (5.202) composte da un solo genitore con figli a carico, che rappresentano quasi il 10% del totale (nel 2015 erano 5.155): quest'ultimo dato si deve anche all’aumento delle separazioni e dei divorzi registrati in Comune (nel volgere di un decennio la percentuale di divorziati sul totale della popolazione è passata dal 2,5 del 2006 al 3,8 del 2016).

Rispetto allo scorso anno sono in calo dell'1,5% (pari a 13.338 nel 2015) le coppie con figli (13.138, pari al 25,3% sul totale delle famiglie); quelle senza figli (9.478 pari al 18,3%) sono diminuite dello 0,6% (pari a 9.538 nel 2015).

I matrimoni celebrati a Vicenza sono leggermente diminuiti, passando da 322 del 2015 ai 290 del 2016. Dal 2007 i matrimoni con rito civile sono superiori in numero a quelli celebrati con rito religioso: nel 2016 i primi sono stati 193 (contro i 197 dello scorso anno) e i secondi 97 (rispetto ai 125 del 2015). In controtendenza rispetto al passato, si abbassa l’età media degli sposi: 38,6 anni per gli sposi; 35,1 per le spose rispetto al 2015 (40,2 anni per lui; 36,5 anni per lei).

Lo scorso anno le unioni civili (la cui celebrazione è stata resa possibile a partire dal 5 settembre 2016) sono state 16.

In costante aumento risultano essere anche le persone residenti con stato civile di "divorziato": nel 2016 sono 4.223 (erano 3.891 nel 2014, sono diventati 4.066 nel 2015). Nel 2016 i divorzi registrati sono stati 124: 41 trascritti allo stato civile, 18 le procedure di negoziazione assistite da avvocati (ex art. 6 L. 162/2014), 65 gli accordi innanzi all'ufficiale di stato civile (ex art. 12 L. 162/2014), mentre le separazioni sono state 107: 60 trascritte allo stato civile, 15 le procedure di negoziazione assistite da avvocati (ex art. 6 L. 162/2014), 32 gli accordi innanzi all'ufficiale di stato civile (ex art. 12 L. 162/2014). Nel 2014 erano 133 i divorzi e 148 le separazioni; nel 2015 156 i divorzi e 142 le separazioni.

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