rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Vicenza, 3 ville per scoprire i segreti di Palladio

La rotonda, villa Valmarana ai Nani, villa Trissino Marzotto, tre opere palladiane famose per la loro bellezza ma che nascondo alcuni segreti, scoprili.

La storia di Vicenza e dell'entroterra Veneto sarà per sempre legato alla cultura delle ville che nel 500 divennero il tratto distintivo della nobiltà veneziana. Un contesto in cui brilla su tutti il nome di Andrea Palladio, genio dell'architettura studiato e amato ancora oggi in tutto il mondo ma chi erano i nobile che commissionavano le su opere? Quali segreti si nascondono dietro le più belle ville di Vicenza? Storie, leggende e aneddoti non mancano. 

La Rotonda

Lungo la strada che da Vicenza porta a Longare sulla destra compare maestosa la  celeberrima Villa Almerico Capra conosciuta come la Rotonda, opera della piena maturità del Palladio. Chi l’ha commissionata è Carlo Almerico, ma chi fu costui? Era un ecclesiastico vicentino, un uomo educato nei più raffinati ambiti culturali del ‘500, poeta e amante delle lettere. Il suo più forte desiderio fu quello di vivere in una villa dove potersi ritirare, una volta giunta al termine la sua carriera, che fosse però una dimora alle porte di Vicenza. Il Palladio pensò ad un progetto straordinario, costruire una villa-tempio, un’emozione per lo spirito e nello stesso tempo una collocazione concepita per essere in rapporto con la realtà rurale, come  era in uso al tempo. La Rotonda  quindi non è stata ideata per essere un luogo di villeggiatura, piuttosto un rifugio di meditazione e studio. Lui aveva avuto carta bianca sul progetto, quale migliore occasione per mettere a frutto la sua creatività? Della bellezza di questa villa abbiamo la testimonianza di Goethe che scrisse: “ Forse mai l’arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificenza”. Ebbene questo edificio a pianta centrale divenne il modello e l’aspirazione per gli architetti di tutto il mondo.

Villa ai Nani

Ci spostiamo a pochi km da Villa Capra e visitiamo Villa Valmarana conosciuta come Villa ai Nani. La prima cosa che vi chiederete è perché è detta ai Nani? Si racconta che nel castello viveva reclusa una principessa di nome Jana. Essendo una piccola nana il padre, Giustino Valmarana, probabilmente per non crearle traumi psicologici, la circondò di personale della sua statura. Un giorno un bellissimo principe penetrò nel misterioso giardino e la principessa vedendolo se ne innamorò. Convinta di non poter mai essere amata da un principe così bello, si tolse la vita, buttandosi dalla torre. I servi ritenuti responsabili per non aver sorvegliato la principessa, furono pietrificati e collocati sul muro di cinta col compito di vegliare nei secoli il sonno della figlia. Non dimenticate di visitare le sale del Tasso, troverete gli affreschi opera del Giambattista Tiepolo e del figlio Giandomenico. Narrano la storia di Rinaldo ed Armida e costituiscono il più magico dei tre cicli che il Tiepolo ha dedicato al poema di Torquato Tasso. Le storie della Gerusalemme Liberata sono rese in una atmosfera rarefatta e luminosa, le scene hanno tratti di raffinatissima sensualità, con una gamma cromatica strabiliante ed inserite in pareti nude da impianti architettonici. E' senz'altro una delle più straordinarie magie del Tiepolo.

Villa Trissino Marzotto

Usciamo da Vicenza e ci trasferiamo a Trissino. Qui troveremo la maestosa Villa Trissino Marzotto, un fascino monumentale di notevole interesse. Ci sono alcune stanze che vorrei porre alla vostra attenzione: la prima è lo studio del conte Giannino Marzotto che troverete sulla destra appena entrati nell’androne della villa. I visitatori possono osservare il salotto dove il conte amava intrattenere i suoi ospiti tra aneddoti e avvincenti storie sulla sua passione per le auto, il buon cibo e i liquori preziosi. La stanza attigua conserva un pezzo di straordinaria bellezza: una Divina Commedia recante data 1921 – 600esimo anniversario della morte di Dante- le illustrazioni sono litografie tratte dagli acquarelli originali di Amos Nattini che dedicò all’impresa ben 20 anni di lavoro 1919/1939. Sempre sullo stesso piano vi è la sala più importante della villa: la sala degli Arazzi. Una delle collezioni private, complete, più importanti al mondo. Per realizzarli sono stati raccolti gli artigiani e le maestranze più brave d’Europa. che impiegarono dodici anni a tessere con fili di seta, lana, oro e argento scene a tema bucolico su cartoni preparatori di Giulio Romano, con il probabile intervento di Raffaello almeno per uno di essi. Il titolo dell’opera è "Les enfants jardiniers” legato quindi alla natura e in particolar modo ai putti che si divertono durante la vendemmia. Le opere furono commissionate dai Gonzaga e il loro uso fu quello di rallegrare le stanze nei luoghi di soggiorno, facendoli sentire a casa ovunque si trovassero, ma si usavano spesso come plaid da picnic, trasportati da un luogo all’altro nei lunghi viaggi della famiglia. Si salvarono perché, quando la famiglia Gonzaga venne a conoscenza di un imminente attacco al castello, si sbarazzò di tutti gli arredi ingombranti, tra cui gli arazzi, per far cassa per la fuga, vendendo tutto ad un antiquario. Nei secoli furono a loro volta rivenduti e sparsi in tutto il mondo. La collezione è stata ricomposta grazie alla passione, l’intuito e il genio del conte Gaetano Marzotto

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vicenza, 3 ville per scoprire i segreti di Palladio

VicenzaToday è in caricamento