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Cronaca

Vicenza, 109 bambini in affido nel 2015: "Servono nuove famiglie"

Si rinnova fino al 2017 il sostegno della Conferenza dei sindaci dell'Ulss 6 al Centro per l'affido e la solidarietà. Nell'ultimo anno sono stati seguiti 109 minori. L'assessore Sala:"Le esigenze sono molte e non sempre si riesce ad accoppiare il ragazzo con le disponibilità delle famiglie"

La Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 6 ha rinnovato fino al 2017 il sostegno al Centro per l’affido e la solidarietà familiare (CASF) e ha confermato l’incarico della gestione del Centro al Comune di Vicenza che, forte di un’esperienza avviata nel 1988, ha assunto il ruolo di organizzatore del servizio sovracomunale fin dal 2008.

Il rinnovo dell’incarico è stata l’occasione per fare il punto sull’attività del servizio da parte dell'assessore alla comunità e alle famiglie Isabella Sala, del presidente della Conferenza dei sindaci Giuseppe Danieli (sindaco del Comune di Monteviale) e del presidente del Tavolo Adolescenza Infanzia e Famiglia Ulss n.6 Mattia Veronese (vicesindaco del Comune di Noventa Vicentina).

“L’affido – ha dichiarato l'assessore Isabella Sala - continua a rappresentare nell’ambito della gestione della tutela e della protezione minorile, una risorsa dai notevoli elementi positivi, a partire dalla tipologia del contesto di collocamento del minore che, in particolare fino ai 6 anni, privilegia l'affido rispetto all'inserimento in comunità residenziale secondo la stessa normativa in vigore. L’accoglienza in famiglia è infatti chiaramente più affine alle normali condizioni di vita del bambino che deve essere temporaneamente collocato in un contesto extrafamiliare. Sono molte e vanno ringraziate le famiglie del territorio che storicamente svolgono questo prezioso servizio. In alcuni casi si tratta addirittura di nonni che tornano ad accogliere bambini o ragazzi dopo averlo fatto da giovani, ora che hanno di nuovo tempo da mettere a disposizione. Ma le esigenze sono molte e non sempre si riesce ad accoppiare con facilità i bisogni del ragazzo con le disponibilità delle famiglie. Per questo invitiamo quante più persone possibili ad avvicinarsi a questa esperienza”

“Non si deve temere di essere impreparati – ha aggiunto Mattia Veronese, vicesindaco di Noventa Vicentina, presidente del Tavolo Infanzia Adolescenza e Famiglia Ulss n.6 – perché ogni famiglia affidataria viene preparata ed è supportata dagli esperti durante il suo percorso. E per chi può mettere a disposizione solo poche ore, proponiamo la 'solidarietà familiare', ovvero l'aiuto a famiglie in difficoltà prive di rete familiare o amicale per portare i bambini a scuola, aiutarli con i compiti per casa, accompagnarli alle attività pomeridiane”.

“La Conferenza dei sindaci – ha concluso il presidente Giuseppe Danieli, sindaco di Monteviale – ha prorogato con convinzione il sostegno al CASF, considerando l'affido familiare un servizio di grande importanza per tutta la comunità. Non solo per i bambini che ne fruiscono, ma anche per le famiglie affidatarie che hanno l'opportunità di vivere un'esperienza davvero arricchente”.

Fin da quando nel 2006 la Regione ha disposto che ogni ambito territoriale si dotasse di un CASF, la Conferenza dei sindaci dell’Ulss 6, ha promosso il servizio, ripartendo il 30 per cento della spesa tra i Comuni del territorio sulla base del numero di abitanti minori e il 70% sulla base dei casi seguiti in ciascun Comune. L'equipe del CASF è attualmente composta da un'assistente sociale e da due psicologhe psicoterapeute, che operano in collaborazione con i servizi sociali territoriali. Nel corso del 2015 i progetti di affido hanno riguardato 109 minori, di cui 30 stranieri. 74 bambini sono stati inseriti in famiglie affidatarie, 35 sono stati affidati a parenti. 38 di questi affidi sono stati consensuali, cioè concordati con i genitori; 71 sono stati giudiziali, cioè stabiliti dal giudice dei minori. 94 minori sono stati inseriti a tempo pieno nelle famiglie, mentre per 15 minori è stato attivato un affido diurno. Nel corso dell’anno sono stati attivati nuovi progetti di affido per 36 minori, mentre per 31 bambini l’affido si è concluso.

Nel quadrienno 2012 – 2015 gli operatori del CASF hanno seguito complessivamente 381 minori che sono stati inseriti in famiglie affidatarie e di parenti. Nel dettaglio, i minori seguiti nel 2012 sono stati 91, quelli del 2013 sono stati 90, quelli del 2014 91, mentre nel 2015 sono stati seguiti, come detto, 109 minori. A fronte di un elevato numero di affidi (232 casi di affido in famiglie non di parenti nel quadriennio 2012-2015) da parte dei servizi sociali (assistenti sociali dei Comuni, equipe dei servizi tutela minori, consultori familiari), il CASF organizza da anni incontri e corsi per famiglie interessate a questa esperienza.

Nell’ultimo triennio su 166 persone che hanno partecipato a incontri informativi, 102 hanno partecipato ai successivi corsi di formazione e 77 hanno proseguito con il percorso di conoscenza – valutazione e sono stati inseriti nella banca dati del Centro. Ad oggi, esclusi i parenti affidatari, 116 sono le famiglie inserite nella banca dati del CASF. Di queste, 52 stanno ospitando anche più di un minore a testa, 19 sono “in pausa”, 45 sono in attesa di abbinamento con un progetto di affido in base alla loro disponibilità di tempo, alle loro caratteristiche familiari, compatibili con i bisogni del minore ed il progetto per quest'ultimo definito. Tra le 52 famiglie che in questo momento stanno ospitando minori in affido, 33 hanno anche figli propri, 17 non hanno figli, 2 sono persone single. Pur avendo pienamente raggiunto l’obiettivo indicato dalla Regione di gestire i collocamenti dei minori al di fuori della propria famiglia attraverso l’affido familiare (in tutta l’Ulss 6 il 63,70%) piuttosto che con l’inserimento in comunità (36,30%), il CASF deve tuttavia fare i conti con le mutate condizioni di vita delle famiglie rispetto al passato. Problemi lavorativi di entrambi i genitori, supporto limitato della propria rete familiare, necessità di accudire i genitori anziani o i nipoti, riducono la disponibilità delle famiglie. Di qui l’appello dei sindaci dell’Ulss 6 alle famiglie vicentine, affinché si facciano avanti sia per intraprendere l’esperienza vera e propria dell’affido, sia per mettersi a disposizione del CASF per la cosiddetta “solidarietà familiare”, ovvero rendersi disponibili alcune ore alla settimana per accudire bambini le cui famiglie hanno temporanee difficoltà pratiche o organizzative e sono prive di reti familiari o amicali di supporto. In entrambi i casi si tratta di un servizio davvero prezioso per il minore, per la comunità e per la stessa famiglia ospitante.

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