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Cronaca

Omicidio Major, tutte le prove del favoreggiamento

Il 22 aprile del 2017 la guarda giurata della Battistolli Massimo Zen, condannato in due gradi di giudizio a nove anni, aprì il fuoco contro la vettura a bordo della quale tre banditi avevano tentato alcuni colpi ai danni di postazioni bancomat. Nelle vicinanze fu ritrovata una pistola, che poi si scoprì giocattolo, che avrebbe dovuto rafforzare la tesi della legittima difesa da parte del "ranger"

Incrocio fra le celle telefoniche agganciate e i dati provenienti dalla rilevazione satellitare del suo tablet lo confermerebbero: Manuel Cancarello era sul posto dove fu ritrovata la pistola giocattolo che avrebbe dovuto indurre gli inquirenti a ritenere possibile la versione delle guardia giurata della Battistolli Massimo Zen, cioè quella secondo cui dalla macchina di Manuel Major, ucciso da Zen il 22 aprile del 2017 a Barcon di Vedelago, partirono dei colpi.

Come scrive Trevisotoday, questo emerge dalla testimonianza rilasciata oggi, 20 gennaio, dal carabiniere che si occupò delle indagini sul 45enne e Christian Liziero, 46 anni (entrambi di Paese), i due colleghi di Massimo Zen, accusati a vario titolo di favoreggiamento e interferenza nelle comunicazioni dei carabinieri. In particolare Cancarello sarebbe l'uomo che avrebbe piazzato la pistola giocattolo ritrovata a ridosso della strada in cui era avvenuta la sparatoria, che avrebbe dovuto indurre gli investigatori ad avvalorare la tesi della legittima difesa di Zen, che aveva detto di aver risposto al fuoco proveniente dalla Bmw con dentro Major, Jody Garbin e Euclide Major. Liziero (come Cancarello) avrebbe invece intercettato le comunicazioni dei carabinieri con una apparecchiatura sintonizzata sulle frequenze protette dell'Arma.

La deposizione del militare dell'Arma è stata particolarmente significativa: i riscontri, gli orari, il posizionamento dell'auto a 10 chilometri da dove si sarebbe dovuto trovare in servizio e soprattutto la vicinanza a dove fu trovata l'arma giocattolo sono una prova, per la Procura, del fatto che Cancarello raggiunse il luogo in cui avvenne l'omicidio e gettò la pistola in un campo, con l'obiettivo di farla ritrovare.

La notte del 22 aprile del 2017 Zen posizionò la sua auto di traverso lungo via Pomini a Barcon di Vedelago, al fine di impedire o rallentare il passaggio della vettura sulla quale viaggiavano i malviventi di cui conosceva la posizione grazie ad uno scanner sintonizzato sulle frequenze dei carabinieri. I banditi (la famiglia Major è rappresentata dall'avvocato fabio Crea mentre Cancarello è difeso dall'avvocato Cristiano Biadene), erano gli autori, quella stessa notte, di alcuni assalti ad alcuni bancomat. La guardia giurata esplose tre colpi di pistola Glock, in direzione dell'autovettura, uno dei quali, attraversando il parabrezza lato passeggero, centrò al capo (nella zona temporale destra), Manuel Major che era alla guida della Bmw in fuga, morto qualche giorno dopo il ricovero. Zen è stato condannato, in due gradi di giudizio, a nove anni e sei mesi.

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