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Cronaca

Ucraini a Vicenza, increduli davanti al massacro: "Aiutateci"

Rimma, barista, e Vasyl, artigiano, sono due tra i centinaia di ucraini che da anni risiedono in città. Le loro famiglie si trovano ancora in Patria e inviano immagini e richieste di aiuto: "Mandate denaro e medicinali". La Ue ha approvato "sanzioni mirate"

"Mi ha chiamato ieri mia sorella: ha chiesto di mandare soldi e medicinali. La situazione negli ospedali è disperata". Mentre lo racconta, Rimma, titolare di un bar in centro a Vicenza, ha le lacrime agli occhi e la voce rotta dall'emozione: "Ma ha detto che la milizia entra nei reparti per prelevare i feriti e poi non se ne sa più nulla". Per questo, la stima ufficiale di 100 vittime negli scontri in corso a Kiev, capitale dell'Ucarina, è probabilmente molto inferiore al dato reale. Sono migliaia le persone di origine ucraina residenti nella nostra provincia che stanno vivendo con ansia e terrore quanto sta accadendo nel loro Paese.

"I miei genitori sono anziani ed hanno bisogno di denaro per le cure, che posso guadagnare solo rimandendo qui a lavorare - spiega Vasyl - Altrimenti sarei anche io in piazza con i miei compatrioti. Non si tratta di una rivolta per entrare nell'euro - sottolinea - Ma dell'assoluta necessità di riformare profondamente un paese da anni preda di violenze e corruzione". Secondo il suo racconto, tutto in Ucraina si ottiene grazie all'elargizione di mazzette più o meno pesanti, dall'operazione chirurgica al non essere picchiati senza motivo per strada. "Io credevo nel mio Paese, avevo studiato ragioneria per poter inziare una mia attività lì - prosegue - Ma quando Yanokovich è salito al potere sono passato all'indirizzo turistico, perchè è stato subito chiaro che tutto sarebbe cambiato, in peggio". 

Molte le iniziative che i migranti hanno intrapreso per sensibilizzare l'opinione pubblica italiana su quanto sta accadendo e raccogliere fondi: "Quello che chiediamo è che vengano decise sanzioni economiche nei confronti degli oligarchi, che non vengano più accettati come interlocutori commerciali. Solo così le violenze messe in atto dai mercenari di Putin potrebbero cessare". Le immagini che i reporter più coraggiosi ed i gruppi umanitari hanno postato sul web, mostrano l'utilizzo contro la folla di armi improprie, vietate dalle leggi internazioali. 

In queste ore, il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha comunicato che L’Unione europea, “inorridita e profondamente sgomenta” dal bagno di sangue a Kiev, ha deciso che applicherà “sanzioni mirate” contro i “responsabili delle violazioni dei diritti umani, della violenza e dell’uso eccessivo della forza”. E’ previsto il congelamento dei beni, il bando dei visti di viaggio ed il blocco delle licenze di export dei “materiali per la repressione” dalla Ue verso l’Ucraina. L’Europa considera Yanukovich “il primo responsabile della situazione”, ma non è ancora detto che sarà colpito direttamente, per ora. Per una volta però la Ue si mostra compatta e reattiva, mentre gli Usa hanno già inserito un primo gruppo di 20 funzionari ucraini nella lista nera dei loro visti. E la Casa Bianca, “indignata per l’uso delle armi da fuoco” della polizia e dei ‘berkut’, torna a chiedere al presidente ucraino “il ritiro immediato” delle forze di sicurezza, si dice pronta a individuare a colpire i responsabili dei massacri.

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