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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Uccide un cane durante una battuta di caccia: condannato

Condanna da 22 mila 500 euro a carico di un cacciatore veronese accusato di maltrattamento di animali aggravato dalla morte. L'episodio è accaduto nel vicentino, a Sarego, nel 2010

Il Pubblico Ministero Luigi Salvadori della Procura della Repubblica di Vicenza ha firmato un decreto penale di condanna da 22 mila 500 euro a carico di un cacciatore veronese accusato di maltrattamento di animali aggravato dalla morte. Leggi anche GATTO TRAFITTO DA FRECCIA

A ottobre 2010, il trentenne era a caccia nelle campagne di Monticello di Fara, frazione nel Comune di Sarego nel vicentino, quando ha ferito con una fucilata un cagnolino meticcio che stava giocando con un altro cane. La proprietaria di quest’ultimo ha sentito il colpo dell’arma e, subito dopo, ha visto arrivare il cacciatore con il fucile in mano che affermava di non aver colpito appositamente l’animale. Disperato è arrivato anche il proprietario del cagnolino Jack che è stato immediatamente trasportato dal veterinario. Dopo alcune settimane di agonia, Jack è morto a causa delle lesioni provocate dalla fucilata a bruciapelo.

L’eurodeputato e vice Presidente dell’Intergruppo per il benessere degli Animali al Parlamento Europeo, Andrea Zanoni ha affermato: «Finalmente una decisione equa. Essendo un decreto penale di condanna il cacciatore potrà opporsi e farsi processare. In quel caso mi auguro che la sentenza segua la stessa linea. Troppo spesso le vittime di armi da caccia, cani e gatti, che ogni anno si contano non solo durante la stagione venatoria non trovano giustizia. E troppi cacciatori continuano indisturbati a sparare per divertimento a qualsiasi cosa si muova senza essere puniti per i loro gesti scellerati. Spero che il nuovo Parlamento italiano che uscirà dalle urne a fine febbraio metta finalmente mano alla legge sulla caccia prevedendo come sanzione accessoria la revoca definitiva della licenza di caccia a chi spara agli animali da affezione o protetti, cosa che oggi ancora non accade dato che in Italia per questi reati ci sono sanzioni del tutto inappropriate».

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