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Cronaca

Maxi-truffa da 30 milioni nell'ambito dell'efficientamento energetico: eseguite 22 misure cautelari

Interessata all'operazione anche la provincia di Vicenza. Tra gli oltre 1000 i progetti presentati, 508 sono risultati fittizi

La guardia di finanza di Torino ha smantellato, con un'operazione scattata all'alba di oggi, martedì 10 maggio 2022, un’associazione per delinquere ramificata sull'intero territorio nazionale finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta, nel settore dell'efficientamento energetico. Eseguite 22 misure cautelari, di cui 13 in carcere, tre ai domiciliari e sei obblighi di firma. Il profitto della truffa è stato quantificato in circa 30 milioni di euro. Le province interessate dall'operazione sono Torino, Cuneo, Verbania, Milano, Savona, Vicenza, Bologna, Modena, Rimini, Crotone e Messina.

L’inchiesta, avviata nel 2018 dal nucleo di polizia economico-finanziaria Torino, ha consentito di acquisire elementi gravemente indiziari dell’esistenza di un'estesa truffa avvenuta nel periodo 2014-21 e imperniata intorno al meccanismo dei cosiddetti 'certificati bianchi' (detti anche Tee, titoli di efficienza energetica), principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia, introdotto nel nostro ordinamento a partire dal 2005. La base dell'organizzazione si troverebbe proprio nella nostra provincia.

Secondo quanto accertato le società italiane presentavano all'autorità pubblica documentazione comprovante la realizzazione di progetti relativi a lavori di efficientamento energetico rivelatisi fittizi (ad esempio lavori di installazione caldaie, collettori o cappotti termici mai effettuati, dati identificativi dei soggetti destinatari dei lavori alterati o inesistenti ovvero dati catastali risultati fittizi o non riconducibili a soggetti beneficiari dei medesimi progetti). Al riguardo, dall’esame di oltre 1000 progetti presentati, 508 sono risultati fittizi.

Sulla base della documentazione presentata le imprese ottenevano così l’indebita assegnazione di 'certificati bianchi' (ne sono stati analizzati circa 300mila), successivamente posti sul mercato e quindi monetizzati. Infine, i responsabili delle stesse imprese trasferivano parte del denaro così ottenuto in Italia e all’estero (Lituania, Inghilterra, Romania e Bulgaria) su conti correnti intestati sia a società a loro riconducibili, sia a terzi, giustificando tali movimentazioni con fatturazioni attestanti ipotetiche prestazioni di servizio e/o cessioni di beni. Una volta ricevuto sul proprio conto corrente le somme di denaro provenienti dalla truffa, si procedeva con prelievi sistematici, presso bancomat e sportelli bancari, anche acquistando oro e oggetti preziosi. In tal modo sarebbero stati riciclati oltre 13 milioni di euro.

Il meccanismo dei 'certificati bianchi'

Alla base del meccanismo vi è l’obbligo, da parte delle aziende distributrici di energia elettrica e gas con più di 50mila clienti finali, di conseguire annualmente determinati obiettivi di risparmio energetico. Esse possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza energetica che diano diritto ai 'certificati bianchi', oppure acquistando i certificati stessi da altri operatori del settore, le cosiddette 'energy service company' (abbreviate in Esco), società che scelgono volontariamente di realizzare progetti di riduzione dei consumi negli usi finali di energia.

Il gestore dei servizi energetici (Gse), società a partecipazione pubblica, riconosce sia alle aziende distributrici, sia alle Esco un controvalore in certificati in misura corrispondente al risparmio di energia derivante dagli interventi realizzati. I certificati sono poi liberamente scambiabili sul mercato dei titoli di efficienza energetica a cura del gestore dei mercati energetici (Gme). Il meccanismo si esaurisce con la presentazione annuale dei 'certificati bianchi' presso il Gse da parte delle aziende distributrici che, in tal modo, dimostrano il raggiungimento degli obiettivi di risparmio prefissati e, contestualmente, maturano il diritto all’ottenimento di un contributo tariffario in denaro da parte della Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea).

L’entità del contributo pubblico erogato dalla Cassa è parametrato al valore di mercato dei 'certificati bianchi' scambiati e viene finanziato, in ultima analisi, da tutta la collettività, attraverso i prelievi operati sulle bollette energetiche alla voce 'oneri di sistema' (per l’energia elettrica, componente tariffaria UC7 in bolletta)

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