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Cronaca

Tragedia di Francesco Cancian, anche il pm vuole vederci chiaro su quella “staccionata”, piu' che un guardrail

Su richiesta di Studio 3A, che assiste la famiglia della vittima, la Procura dispone un approfondimento anche sullo stato dei luoghi della strada collinare di Recoaro

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di VicenzaToday

Anche quella strada di montagna in comune di Recoaro da cui è precipitato il povero Francesco Cancian finirà sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Vicenza, con particolare riferimento al guardrail quanto meno precario: il consulente tecnico nominato dal Pubblico Ministero, dott.ssa Silvia Golin, dovrà accertare non solo la dinamica del tragico incidente, ma anche lo stato dei luoghi su espressa richiesta del servizio legale di Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità civili e penali, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui, attraverso la consulente personale Linda Mazzon, si sono rivolti i familiari del 47enne di Torrebelvicino, sempre in provincia di Vicenza, rimasto vittima del sinistro.

Il dramma si è consumato il 10 agosto, alle 12.30. Cancian, socio lavoratore di un'impresa edile del suo paese, sta salendo lungo la strada comunale che dalla cosiddetta Rovegliana porta a contrada Busellati, dove sta organizzando un cantiere, in località Prà Dell'Acqua, nel comune di Recoaro: si trova alla guida di un autocarro Fiat 110 immatricolato come macchina operatrice semovente, con cassone e gru idraulica e carico di materiale edile. La strada in questione è posta su un versante molto ripido - quasi verticale - e boscoso, con la pendenza che si accentua sempre di più man mano che si sale verso contrada Busellati.

Ad un certo punto, per cause che andranno accertate, il mezzo, in corrispondenza del punto in cui la salita si fa più ripida, comincia a indietreggiare fino ad uscire di strada con la ruota sinistra, e a nulla valgono i disperati tentativi di Cancian di azionare i freni. La tragedia si compie nel giro di pochi secondi: il veicolo sfonda il guardrail, colpisce un faggio con l'estremità posteriore del cassone, anche la ruota anteriore sinistra esce dalla strada e a questo punto il mezzo pesante, per metà sbilanciato fuori dal piano stradale, precipita nel dirupo per trenta metri fino alla strada sottostante, capovolgendosi. Un volo che non lascia scampo al conducente, schiacciato all'interno del suo abitacolo: una fine orrenda.

I congiunti della vittima, sconvolti dalla perdita così assurda del proprio caro, si sono quindi rivolti a Studio 3A, innanzitutto per fare piena luce sui fatti e per ottenere giustizia, perché sull'accaduto gravano elementi che impediscono di liquidare frettolosamente l'incidente come fuoriuscita autonoma o mero errore di manovra, a cominciare dalle barriere di protezione, che pure dovrebbero essere ancora più solide trovandoci in una strada collinare con scoscesi strapiombi. E invece sono gli stessi agenti della Polizia locale "Valle Agno", intervenuti per effettuare i rilievi, a scrivere nel loro rapporto che "la strada è protetta sul lato valle da un guardrail malamente fissato al suolo, anche con l'ausilio di pali in legno".

La Procura della Repubblica di Vicenza, da prassi, ha aperto un procedimento e nell'udienza del 28 ottobre il Pm titolare, la dott.ssa Silvia Golin, ha incaricato un consulente tecnico d'ufficio, l'ingegner Renato Poli. Nella circostanza Studio 3A, oltre alla nomina quale consulente di parte dell'ingegner Mario Piacenti, ha chiesto espressamente al Pm di estendere il questo peritale, aggiungendo alla ricostruzione della dinamica del sinistro, "previo esame dei mezzi sottoposti a sequestro", anche "l'accertamento dello stato dei luoghi, considerando che, come già rilevato nel verbale delle autorità intervenute, la strada dove è avvenuto è protetta da un guardrail malamente fissato al suolo, anche con l'ausilio di pali in legno", per citare il testo dell'istanza, nella quale sono state allegate anche diverse foto. Una richiesta accolta dal magistrato e considerata da Studio 3A "un primo importante passo per l'accertamento della verità" come spiega il Presidente, dott. Ermes Trovò.

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