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Cronaca

Traffico internazionale di coca, dal Perù a Vicenza passando per l'Est Europa: 12 arresti

Si è conclusa l'indagine partita nel 2017 che aveva portato al sequestro di due chili di stupefacente nascosto dentro a una laminatrice e all'arresto di un imprenditore scledense. Ma era solo la punta dell'iceberg. Al mercato nostrano erano infatti destinati quasi 500 chili. Gli investigatori hanno smantellato un sodalizio criminale con base nel Vicentino

È giunta all'epilogo la vicenda che nel 2017 aveva portato al sequestro da parte della squadra mobile di Vicenza di due chili di cocaina nascosti dentro a una laminatrice, arrivati con un camion in un'azienda di Schio. Quel quantitativo non era altro che la punta dell'iceberg di un commercio internazionale di droga da smerciare nel Nord Est e in particolare nel Vicentino. Gli investigatori hanno infatti messo in atto quella che in gergo si chiama "la consegna controllata". A Schio era infatti arrivata solo una parte dello stupefacente attraverso appunto un tir, seguito dagli inquirenti che hanno poi arrestato Luigi Carollo, 68enne scledense successivamente condannato a 8 anni di reclusione. Il grosso del carico, 478 chilogrammi, di coca peruviana era stato invece sequestrato dalla polizia croata. Da lì sono partite le indagini che hanno portato, giovedì 4 febbraio, all'arresto di 12 persone, tra i quali 4 vicentini. 

I "broker" della droga

Criminalità organizzata, ben strutturata e con ingenti disponibilità finanziarie. Un sodalizio criminale con base a Vicenza e composto nella maggior parte dei casi da soggetti provenienti da Africo in Calabria. Non risulta, tutt'ora, una comprovata collusione dei criminali con la 'ndrangheta, ma in questo senso le indagini sono ancora in corso.

Lo narrativa investigativa racconta di persone al vertice di un traffico internazionale di spaccio con modalità simili a quelle del mondo della finanza. Il prezzo della cocaina comprende infatti il modo di spedizione - in questo caso quello scelto è quello di un unico container - i "rischi d'impresa" (che in questo caso i trafficanti hanno pagato salato), le modalità di pagamento ai produttori, i legami con i cartelli della droga e la stessa provenienza della coca: Colombia, Venezuela o Perù come in questo caso. Tutti fattori che contribuiscono a delle e vere e proprie "speculazioni" commerciali sullo stupefacente. 

Arresti e perquisizioni

Il lavoro investigativo delle Squadre Mobili di Vicenza, di Venezia e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato ha fatto le scattare le manette nei confronti di 12 persone gravate da indizi di colpevolezza di traffico di stupefacenti. L'operazione Makina, questo il nome dato alla complessa ed articolata indagine, ha avuto luogo prevalentemente in provincia di Vicenza, in particolare nel comune di Schio e di Montecchio Maggiore, dove risiedono molti degli indagati destinatari delle misure cautelari, mentre altri si trovavano, al momento dell'esecuzione dei provvedimenti, in provincia di Reggio Calabria, ad Africo, ed in provincia di Trento a Besenello.

Oltre all'esecuzione delle misure cautelari emesse dall'Autorità Giudiziaria di Venezia, sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari sia nei confronti degli indagati, che di diversi soggetti, emersi nel corso delle indagini, e legati agli indagati per traffici di natura illecita, in particolare per spaccio di stupefacenti. Per la complessità e la portata dell'operazione, l'odierna attività di polizia giudiziaria ha richiesto anche la collaborazione e l'impiego, nella fase esecutiva, di numerosi agenti della Polizia di Stato provenienti dalle Squadre Mobili di Verona, Padova, Trento, Trieste, Treviso, Belluno, Pordenone e Ferrara, dal Reparto Volo di Venezia, dal Reparto Prevenzione Crimine di Padova e da unità cinofile antidroga inviate dal Sevizio Reparti Speciali della Polizia di Stato. 

La "consegna controllata"


Le indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia, sono state avviate all'inizio del 2017, dopo che le autorità croate avevano segnalato, l'arrivo di un container, al porto di Rijeka, proveniente dal Perù che, dopo aver transitato per la Slovenia, sarebbe successivamente giunto in Italia attraverso il valico di confine italiano di Fernetti in provincia di Trieste. La polizia croata aveva rinvenuto, all'interno del container, circa 480 chilogrammi di cocaina. Tutta la droga, divisa in 456 panetti, era stata ingegnosamente nascosta in una cavità appositamente ricavata all'interno di un macchinario per la produzione di laminati, poi termosaldata, in modo da poter eludere eventuali controlli sia da parte delle autorità doganali che di quelle di polizia. 

Una volta rinvenuta l'ingentissima quantità di stupefacente, si è quindi proceduto, con la collaborazione delle autorità croate, di quelle slovene e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, ad eseguire una consegna controllata internazionale, lasciando all'interno del container circa 2 chili di cocaina rispetto ai restanti 478, già sequestrati.  Grazie alle indagini, è stato individuato il destinatario finale del "carico illecito" in Luigi Carollo, originario e residente a Schio. Gravi indizi di colpevolezza sono emersi per aver organizzato assieme a quelli che successivamente sarebbero stati individuati come i componenti del sodalizio criminale, ora finiti in carcere. 

L'indagine ha portato anche al sequestro preventivo ai fini della confisca, da parte della Guardia di Finanza, di denaro e altri beni nella disponibilità degli indagati per 246mila euro“
 

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