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Cronaca

Terremoto e neve in Centro Italia: Caritas Vicentina al fianco delle popolazioni

Ascolto delle persone, noleggio di una sessantina di camper da utilizzare fino all'arrivo dei moduli abitativi predisposti, creazione di centri comunitari per evitare lo spopolamento del territorio e avviare progetti per le aziende zootecniche e agricole questo l'impegno della Caritas

Mentre lo sciame sismico continua ad interessare il Centro Italia e dopo l’emergenza neve delle scorse settimane la rete Caritas moltiplica l’impegno accanto alle popolazioni duramente provate del Centro Italia. L’emergenza causata da neve e freddo è arrivata infatti quando sono già attivi i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con la diocesi toccate dal catena di scosse sismiche di questi mesi: la delegazione Caritas del Nord-Est è gemellata con la diocesi di Spoleto-Norcia e sono già state tre le visite effettuate in loco all’interno di questo gemellaggio, l’ultima a fine dicembre.

Ascolto delle persone, noleggio di una sessantina di camper da utilizzare fino all’arrivo dei moduli abitativi predisposti (previsto entro Natale, prima della grande nevicata aveva riguardato solo alcuni allevatori che ne avevano fatto richiesta), creazione di centri comunitari per evitare lo spopolamento del territorio e avviare progetti per le aziende zootecniche e agricole.

Sono questi gli impegni prioritari che la Caritas Vicentina, insieme con le altre Caritas diocesane del Nord-Est si è impegnata a realizzare in favore dei terremotati della diocesi di Spoleto-Norcia, affidata da Caritas Italiana in gemellaggio proprio alla Delegazione del Triveneto e a quelle della Campania e della Sardegna.

Poco prima di Natale era stato inaugurato un “presidio Caritas” a Norcia presso le macerie della chiesa della Madonna del Grazie, luogo simbolo della formazione di molti giovani umbri: sono stati allestiti un paio di prefabbricati, due tendoni (attività comuni e magazzino) e soprattutto la costante presenza di una coppia della diocesi umbra, Rinaldo e Francesca, che ha scelto di vivere ed essere presente sul posto a fianco della popolazione.

Le Caritas del Nord-Est con tutta la rete Caritas prima della grande nevicata avevano iniziato la consegna dei primi tunnel (alla fine saranno una decina in tutto) agli allevatori della zona: si tratta di strutture del costo di 20-40 mila euro dove dare ricovero agli animali e i foraggi, per dare un futuro a una terra che rischia lo spopolamento.

Pur tra le difficoltà di questi giorni, nelle zone colpite le chiese locali stanno infatti completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico e avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive, soprattutto nelle aree rurali: oltre ai tunnel, anche attrezzature per allevatori o agricoltori, nonché interventi strutturali per la ripresa della produzione, trasformazione e vendita dei prodotti tipici.

Dal punto di vista strutturale, per riannodare fin da subito relazioni e rapporti comunitari, la rete dei gemellaggi Caritas ha dato prontamente avvio ad un programma di realizzazione di strutture polifunzionali (“Centri di comunità”): nella diocesi di Spoleto-Norcia si stanno attuando le prassi amministrative per poter avviare quanto prima la realizzazione di strutture a Norcia, Cascia e ad Avendita (frazione di Cascia).

Relativamente alle risorse, grazie alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas Italiana circa 21,6 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla Cei. Finora la diocesi di Vicenza ha inviato a Caritas Italiana 410.758,82  euro raccolti con la colletta Cei e con donazioni di privati cittadini alla Caritas.

Oltre a proseguire con aiuti concreti, la priorità ora è di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni questo ascolto di tanti che soffrono, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse fatte e non mantenute. Un carico di interrogativi che esige doverose risposte, da quelle più immediate alle scelte di ricostruzione, da cui dipende il futuro di queste persone.

In tutte le chiese dell’Umbria domenica 29 gennaio si è tenuto un momento di preghiera, al quale l’Arcivescovo di Spoleto Norcia, Renato Boccardo, ha aggiunto un gesto di penitenza: una giornata di digiuno, "Segno di solidarietà – scrive mons. Boccardo - verso chi è provato nel corpo e nello spirito, un grido che sale al Cielo per chiedere misericordia, tranquillità e sicurezza…".

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