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Cronaca Trissino

Tav? Va bocciata «in partenza»

Venosi, esperto di trasporto pubblico, ad un convegno organizzato a Trissino «smonta le ragioni del sì Tav». Ma durante la serata scoppia una polemica col pubblico relativa alla manifestazione contro il riscaldamento globale organizzata il 15 marzo a Valdagno

Il Tav «o la Tav che dir si voglia» è un’opera che non sta in piedi e che ha una valenza economica solo per chi beneficerà delle sue lucrose commesse.

Sono queste le conclusioni cui è giunto Ersamo Venosi, tra i massimi esperti italiani di trasporto pubblico, intervenuto ad un incontro dedicato al tema delle infrastrutture ferroviarie organizzato ieri dal Covepa (Coordinamento veneto pedemontana alternativa) nella biblioteca civica di Trissino nel Vicentino. La serata peraltro ha avuto un epilogo effervescente quando il portavoce del Covepa, l’architetto Massimo Follesa, è stato contestato per alcune sue prese di posizione dopo la manifestazione contro il «climate change» organizzata alcuni giorni fa a Valdagno.

UN’OPERA BOCCIATA IN PARTENZA

Per Veneosi, fisico dal lungo cursus professionale nel ramo dello studio dei trasporti e dell’ambiente, dal giudizio sulla Tav non si scappa. Che si parli della Torino Lione o che si parli della Brescia, Verona, Vicenza, Padova non c’è storia. Se le opere si costruissero sarebbero degli scempi ambientali rispetto ai quali i presunti benefici non copriranno mai le perdite in termini economici, ecologici e sociali. E ancora. Non si capisce la protervia con cui gli imprenditori, molti politici e molti giornalisti hanno attaccato «l’analisi costi benefici sulla Tav firmata dal professore Marco Ponti il quale altro non ha fatto che applicare «quanto previsto dalle leggi vigenti e quanto previsto dalla disciplina europea di riferimento». Poi un altro affondo: in un periodo di difficoltà di bilancio «con i vincoli stabiliti dall’Ue e dal fiscal compact, sui quali assai ci sarebbe da discutere, come possiamo permetterci una Tav il cui costo, se si parla di quanto è stato realizzato sulle altre tratte, sfonda ogni paragono con le cugine europee e giapponesi?».

I PARALLELISMI TRA SPV E TORINO-LIONE

Follesa, durante la sua introduzione aveva portato all’attenzione del pubblico, una dozzina di persone, una serie di parallelismi tra l’alta velocità ferroviaria e la Pedemontana veneta, nota anche come Spv, dicendo peste e corna dei criteri adottati da alcuni specialisti per calcolare le previsioni e di flussi di traffico. «Ad ogni modo - rimarca Follesa - mi spiace dovere constatare la mancanza da questa discussione del fronte del sì». L’architetto si riferisce all’invito che era stato rivolto ai vertici della associazione vicentina Forgiareidee , da sempre attiva a favore dell’alta velocità, invito che è stato declinato per la presenza di altri impegni. «Devo constatare - fa sapere ancora il portavoce- che durante la serata organizzata da noi poche ore fa le tesi propugnate da Forgiareidee durante il suo meeting del 15 febbraio sono state smontate una dopo l’altra da Venosi». La cui analisi è stata interamente registrata ed è già a disposizione dei lettori. L’opera, ha spiegato Venosi a margine della serata «va bocciata in partenza».

CODA POLEMICA

Tuttavia ieri la serata ha avuto una chiusa inaspettata. Tra il pubblico c’era anche Alessandro Collareda, uno fra tremila ragazzi i quali cinque giorni fa a Valdagno avevano preso parte ad una manifestazione contro il riscaldamento globale. Collareda in modo molto sentito ha stigmatizzato alcune prese di posizione di Follesa (il quale aveva parlato di strumentalizzazione politica) che erano seguite alla marcia dei tremila di Valdagno, evento al quale aveva dedicato un corsivo, proprio su queste colonne , Marco Milioni. Tanto che anche quest’ultimo, presente in sala per documentare l’intervento del relatore, è stato duramente criticato da Collareda. Il quale ha sostenuto che il giornalista di Vicenzatoday.it abbia ingenerosamente bollato come «fascista» la declinazione valdagnese della manifestazione del 15 marzo, nota nella sua versione internazionale col nome di «Global strike for future», ovvero sciopero globale per il futuro.

Milioni, mentre l’atmosfera diveniva sempre più frizzante, ha respinto al mittente le accuse (cosa che in precedenza aveva fatto anche Follesa): ma quando la discussione stava per entrare nel vivo Collareda se n’é andato sbattendo la porta. «Quando c’è confronto e anche quando c’è scontro, è comunque un buon segnale - ha fatto sapere Follesa a caldo - anche in considerazione del fatto che un ragazzo ha partecipato ad una serata comunque impegnativa, durante la quale sono stati affrontati argomenti complessi che meritano attenzione ed una attenta riflessione da parte di tutti».

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