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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Noventa Vicentina / Via Capo di Sopra, 1

Noventa Vicentina, proteste per i tagli all'ospedale Pietro Milani

A denunciare la situazione critica il segretario provinciale del Nursind di Vicenza, Andrea Gregori. A rischio i centri diurni per portatori di gravi disabilità, la gestione delle urgenze e il pronto soccorso

Sgomento generale per i tagli all'ospedale Pietro Milani di Noventa Vicentina. A denunciare la situazione critica il segretario provinciale del Nursind di Vicenza, Andrea Gregori sostenuto dal circolo Prc, nella persona di Antonella Zarantonello e dalla responsabile del dipartimento Sociale - Sanità - Disabilità Prc Vicenza.

Le preoccupazioni nascono come accennato dai tagli imposti alla struttura sanitaria per via delle incalzanti ristrettezze economiche. “L'ULSS 6 continua a tagliare, prima i centri diurni per portatori di gravi disabilità, ora la gestione delle urgenze all’ospedale Pietro Milani di Noventa Vicentina. Privare il pronto soccorso dell’anestesista e togliere il servizio di analisi dalle 20 alle 8 di fatto oltre ad oberare di lavoro gli infermieri che si trovano a gestire sia gli esami di laboratorio sia il trattamento dei pazienti, crea anche un disservizio, poiché un paziente gravemente infortunato che ha bisogno di un anestesista, si trova a dover attendere l'arrivo del medico reperibile”.

Forti apprensioni anche per la copertura dei turni nel pronto soccorso: “Non si può lasciare scoperto il pronto soccorso o coprirlo solo parzialmente con anestesisti reperibili, basti pensare quanti sono i casi di urgenza e soprattutto incidenti stradali nel basso vicentino. Consideriamo grave questa scelta e chiediamo che sia ristabilito l'orario continuato durante tutta la notte di almeno un medico  anestesista. E poiché grazie al buon funzionamento del prontosoccorso sembra che il Milani non sia in fase di smantellamento da parte della Regione, chiediamo che la direzione dell'ULSS 6 si riallinei con le direttive regionali”.

Gli oppositori chiudono con la riflessione che “a pagare la crisi non devono essere i cittadini, i tagli possono essere fatti in altri settori non certo in quelli socio-sanitari, basti pensare agli elevati stipendi dei manager dell'ULSS”.

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