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Cronaca

Strage di Tunisi, famiglia vicentina fa causa alla Costa: "Traumatizzati"

Due famiglie di turisti veneti rimasti traumatizzati dall'attentato del Museo del Bardo si sono rivolte a uno studio legale per ottenere il risarcimento di tutti i danni patiti

Due famiglie di turisti veneti, una veronese, l'altra vicentina, rimasti traumatizzati dall'attentato del Museo del Bardo, il 18 marzo scorso, si sono rivolte a uno studio legale per ottenere il risarcimento di tutti i danni patiti. Le famiglie si trovavano lì per un'escursione in programma durante una crociera e si sono ritrovate a rischiare la vita tra raffiche di kalashnikov.  Morirono 142 persone

“E' incomprensibile come una società quale Costa Crociere, che dovrebbe essere perfettamente informata sulla situazione politica e di sicurezza dei Paesi meta dei suoi viaggi, si ostini a sostenere che l'attentato al Museo del Bardo, a Tunisi, era assolutamente imprevedibile e imprevisto. Omettendo di citare i ripetuti segnali che, al contrario, certificavano l'altissimo rischio a cui ci si poteva esporre visitando la città: il Ministero degli Esteri italiano aveva segnalato la pericolosità di frequentarne i luoghi pubblici e, mentre si consumava la mattanza, il Parlamento tunisino era riunito proprio per deliberare nuove e più incisive misure antiterrorismo”.

"Le due coppie non imputano alla compagnia solo una buona dose di disorganizzazione e scarsa professionalità nell'affrontare la grave situazione venutasi a creare (passeggeri costretti a rientrare da soli, scarse informazioni, sostegno psicologico prestato in ritardo, attraverso due sole psicologhe arrivate soltanto due giorni dopo i fatti, etc.) - spiega Ermes Trovò, amministratore unico di Studio 3A, che ha preso carico della pratica - Ma soprattutto la decisione stessa di portare i passeggeri in visita al Museo nonostante le avvisaglie di pericolo, e senza che venisse adottata alcuna misura per l'incolumità dei viaggiatori".

“Costa Crociere poteva, anzi doveva sapere che in Tunisia e a Tunisi sussisteva un grave pericolo di attentati terroristici; con la sua scelta, quanto meno leggera, di organizzare una visita in uno dei luoghi più a rischio, come il Museo del Bardo, e senza adeguate misure di sicurezza, ha messo a repentaglio le vite dei turisti – conclude Trovò - Come tale, adesso, deve assumersi le proprie responsabilità e farsi carico di tutte le conseguenze arrecate loro. Non può cavarsela con il semplice rimborso dei biglietti della crociera e poco altro”.

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