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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Monticello Conte Otto

Spedizione punitiva per uno "sgarro": identificata la gang

Nei guai 12 ragazzi, poco più che ventenni. Uno di loro risulta ancora ricercato

I fatti hanno avuto luogo in Monticello Conte Otto tra il 29 e 30 luglio 2020 quando un gruppo composto da una quindicina di giovani provenienti da altre zone della provincia vicentina a bordo di 3 automobili, piombarono nella frazione di Cavazzale per compiere una vera e propria spedizione punitiva maturata a seguito di una partita di droga non pagata e per uno “sgarro”  da vendicare, in quanto il fratello del capo-banda era stato malmenato nei giorni precedenti.

Le indagini svolte dai carabinieri della tenenza di Dueville, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Vicenza hanno permesso di appurare che la banda era alla ricerca di quelli che venivano considerati i responsabili di questa “lesa maestà”, ovvero due pregiudicati residenti nella frazione del comune monticellese.

Il gruppo non era però a conoscenza dell’esatta ubicazione delle abitazioni dei due “ricercati” e hanno così cominciato ad aggredire, picchiare e rapinare, indistintamente, chiunque si trovasse sulla loro strada, nell’intento di farsi dare l’indirizzo.

Quattro giovani, di cui tre minorenni, completamente estranei ai fatti, “colpevoli” del solo fatto di essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato, ovvero durante una tranquilla sera d’estate stavano semplicemente chiacchierando seduti su una panchina nel centro del loro paese. Ma per questo sono così finiti per essere picchiati selvaggiamente e rapinati dei loro averi mediante anche l’uso di un manganello estensibile e alcune bottiglie di vetro, tanto da dover ricorrere alle cure mediche del Pronto soccorso di Vicenza. 

I ragazzi, terrorizzati, per provare a sottrarsi alla furia degli aggressori hanno addirittura suonato all’impazzata i campanelli delle abitazioni site nei pressi scongiurando chi rispondeva di farli entrare per dargli riparo.  L’intento della gang era anche quello di ingenerare paura per far vedere che erano loro “i padroni” e che nessuno doveva permettersi di mancargli di rispetto.

I fatti si sono articolati in due tranche in quanto alcuni della banda a seguito del primo raid della giornata del 29, non contenti, si sono ripresentati anche il giorno successivo, probabilmente portando con loro anche una pistola scacciacani al fine di intimorire ulteriormente chiunque si fosse frapposto e, dopo essere riusciti ad individuare l’abitazione di uno di quelli contro cui volevano scatenare la loro vendetta hanno tentato di abbatterne il cancello e, solo a seguito dell’intervento dei carabinieri allertati dai vicini, si sono allontanati facendo perdere le loro tracce.

“…Non sai chi siamo, non ci facciamo problemi, se non mi dici dov’è ti ammazzo…”; “…sei finito e lo sai…non è finita , è appena iniziata…”; “…ti scoppio appena ti becco…”; “ti farò del male e poi ti mangerò vivo…”, questo il linguaggio utilizzato dalla banda nei confronti delle persone aggredite.

Nei guai 12 giovani accusati di rapina a mano armata, lesioni personali aggravate, minaccia aggravata, porto abusivo di oggetti atti ad offendere, danneggiamento aggravato di proprietà privata. Si tratta di Gabriel Luca, 25enne di origine romena, attualmente ricercato, G.D.N. 25enne vicentino, A.F.O. 27enne romeno, C.A.U. 22enne romeno, N.E.K. 24enne marocchino, G.L. italiano, nato a Palermo, D.G.G. 22enne vicentino, K.O. 25enne vicentino, T.B., 23enne vicentino, S.M.D. 22enne senegalese, più un soggetto identificato, all'epoca dei fatti minorenne

Uno degli appartenenti al gruppo, su cui pende un’ordinanza cautelare emesso dal gip del Tribunale di Vicenza è al momento irreperibile e non si esclude che possa trovarsi all’estero. Un ulteriore soggetto era stato individuato tra i responsabili ma è deceduto pochi mesi fa in un incidente stradale.

Dalla vicenda erano scaturite ben due interrogazioni in Consiglio comunale di Monticello Conte Otto dal momento che l’accaduto aveva ovviamente scosso la comunità locale generando un forte senso di insicurezza, proprio in relazione al fatto che la violenza era stata cieca e indistinta e avrebbe potuto colpire chiunque si fosse trovato a passare di lì in quel momento.

Luca Gabriel, che per questi fatti, dopo un periodo trascorso nella casa circondariale di Vicenza si trova da quasi un anno in stato di arresto, nella sua abitazione, in quanto è considerato uno dei leader del gruppo insieme al fratello Alexandru George che quel giorno di fine luglio 2020 si trovava ricoverato a seguito dell’aggressione da cui era appunto poi scaturito il raid ritorsivo. 

Gli inquirenti, nell’attività investigativa hanno riscontrato non poche difficoltà dovute anche alla iniziale ritrosia a parlare da parte dei testimoni proprio in relazione alla paura che questi soggetti  avevano diffuso e non si esclude pertanto che possano essersi resi protagonisti di ulteriori episodi criminosi non ancora denunciati in quanto i componenti della banda risultano tutti indiziati di svariati ulteriori gravi reati commessi nello stesso periodo in tutta la provincia di Vicenza per fatti non connessi, tra cui anche i gravi fatti avvenuti nella notte di capodanno 2021 sull’Altopiano. 

In quella occasione i due fratelli Gabriel, considerati tra i leader del gruppo, insieme ad altri degli odierni indagati, misero a soqquadro un noto hotel di Roana, ove tra l’altro picchiarono alcuni clienti dell’hotel, tra cui un padre di famiglia che stava lì trascorrendo una vacanza insieme alla moglie e alla bimba piccola e si ritrovò con il setto nasale fratturato per le botte ricevute, finanche ad aggredire gli equipaggi delle pattuglie di carabinieri intervenuti.

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