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Cronaca Fara Vicentino

Sparatoria di Fara: al via le analisi scientifiche sulle armi

Al Ris di Parma è iniziato «l'accertamento tecnico irripetibile» sulle pistole sequestrate al momento dello scontro a fuoco del 23 aprile durante il quale perse la vita il presunto assalitore dei due uomini delle forze dell'ordine coinvolti in un conflitto a fuoco lungo il confine col comune di Breganze

Ieri martedì 30 maggio nella sede del Ris, il raggruppamento per le indagini scientifiche dei carabinieri, a Parma, i tecnici incaricati dall'autorità giudiziaria, hanno iniziato le analisi di specie sulle armi da fuoco sequestrate dopo il fatto di sangue avvenuto al confine tra Fara Vicentino e Breganze lo scorso 23 aprile. Durante quella giornata il 28enne Soufiane Boubagura fu fermato dagli agenti delle forze dell'ordine (una pattuglia della polizia locale e una dei carabinieri) «in evidente stato di agitazione». L'uomo, un 28enne di origini marocchine residente a Scafati nel Salernitano, secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, sarebbe andato in escandescenza. Avrebbe sfilato la pistola ad un carabiniere con la quale avrebbe esploso alcuni colpi verso gli agenti. Questi, rispondendo al fuoco, avrebbero causato la morte del giovane. Al di là degli attestati di stima nei confronti delle forze dell'ordine (un agente della polizia locale Alex Frusti è stato anche ferito rischiando la vita e solo di recente è uscito dall'ospedale) la procura berica, «come atto dovuto», ha proceduto con l'apertura di un fascicolo nei confronti dello stesso Frusti (in forza al consorzio di polizia Nordest Vicenza Nevi) e nei confronti del vicebrigadiere Stefano Marzari in forza alla compagnia Carabinieri di Thiene. In gergo giuridico l'accertamento disposto dal pubblico ministero vicentino Cristina Carunchio il 22 maggio viene definito «inizio delle operazioni di esecuzione degli accertamenti tecnici» anche «irripetibili». Si tratta di una serie di accertamenti per l'appunto anche irripetibili (alla grossa è sostanzialmente «la procedura cugina» dell'incidente probatorio, procedura concepita per cristallizzare una data circostanza nell'economia del prosieguo del procedimento) sulle armi sequestrate al momento della sparatoria, che una volta ultimati, nell'ambito del fascicolo già aperto (il 2902/2023 Rgnr), avranno o potrebbero avere la veste di prova.

Nel procedimento aperto nei confronti dei due agenti (l'ipotesi di reato sarebbe quella di  eccesso colposo di legittima difesa ovvero del delitto di omicidio, commesso per eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi) la parte offesa è Khadija Boubagura: 26 anni compiuti a gennaio la donna, residente a Codroipo nell'Udinese, è la sorella di Soufiane. Le accuse nei confronti di quest'ultimo sono improcedibili per morte del reo. Ad ogni modo il legale di parte civile ossia l'avvocato Paolo Pastre del foro di Treviso ha già proceduto alla nomina del consulente tecnico di parte. Si tratta del geometra Domenico Romanini di Fontanellato nel Parmense, titolare di uno degli studi di consulenza balistica più conosciuti in Emilia.

Peraltro gli indagati Frusti e Marzari (difesi dall'avvocato Nicola Guerra del foro di Vicenza) sin da subito, questo è emerso almeno durante le prime ricostruzioni, hanno fieramente professato la bontà del loro operato e hanno ribadito di  avere agito, secondo la legge, solo ed esclusivamente per legittima difesa. Al momento c'è il massimo riserbo in relazione al focus (verosimilmente le armi sequestrate in loco) nonché agli eventuali esiti degli accertamenti tecnici iniziati ieri a Parma. I fatti di Fara peraltro avevano suscitato un acceso dibattito sui carichi di lavoro e sulle mansioni in capo agli agenti della polizia locale.
 

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