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Cronaca Sandrigo

Sparatoria a Sandrigo, fermato albanese a Montecchio

L'indagato, accusato di tentato omicidio e porto abusivo d'armi, è stato fermato nella notte a conclusione di una serrata attività investigativa, avviata in seguito della cruenta sparatoria verificatasi il 20 maggio

Si stringe il cerchio attorno ai protagonisti della sparatoria del 20 maggio a Sandrigo. Un albanese è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto dai carabinieri di Thiene (Vicenza) perché sospettato di aver ferito a colpi di pistola tre extracomunitari. SPARATORIA A SANDRIGO

L'indagato, accusato di tentato omicidio e porto abusivo d'armi, è stato fermato nella notte a Montecchio Maggiore (Vicenza) a conclusione di una serrata attività investigativa, avviata in seguito della cruenta sparatoria verificatasi il 20 maggio nel centro di Sandrigo (Vicenza), nel corso della quale sono stati feriti tre cittadini extracomunitari, al culmine di un'accesa discussione scaturita per futili motivi.

Si chiama Aurel Kalemi, 33 anni, nativo di Tirana e residente a Montecchio Maggiore (Vicenza), celibe, disoccupato, pregiudicato, l'albanese considerato l'autore della sparatoria del 20 maggio a Sandrigo e ora accusato di tentato omicidio. All'uomo i carabinieri della compagnia Thiene sono arrivati attraverso un'attività investigativa, durante la quale sono state raccolte le testimonianze di alcune decine di persone che hanno assistito al fatto, avvenuto nella piazza centrale di Sandrigo. Sono in corso le ricerche dei due amici che si trovavano assieme a Kalemi: si tratterebbe di suoi connazionali, che tuttavia non avrebbero responsabilità sulla sparatoria ma che potrebbero fornire ulteriori dettagli per le indagini.

Del fatto si sta occupando la Procura di Vicenza, che nei prossimi giorni deciderà come procedere. La vicenda, avvenuta nel pomeriggio di domenica scorsa, aveva destato molto clamore perché teatro della sparatoria era stata una piazza del centro cittadino, in quel momento molto frequentata anche da famiglie e bambini, due bande, composte da una parte da albanesi e dall'altra da marocchini e macedoni, si erano "sfidate", sembra per una donna contesa. Il litigio si era concluso con quattro colpi di pistola, partita da una calibro 7,65, che aveva ferito tre componenti della gang avversaria, due in maniera seria e alle gambe e uno di striscio.

 

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