«Shock» a Borgo Berga: quattro magistrati a processo per «omissione d'atti d'ufficio»
È «clamorosa» la decisione del Gip trentino il quale ha firmato un provvedimento che è l'anticamera del rinvio a giudizio per alcune toghe vicentine molto conosciute. Erano state denunciate dall'avvocato Renato Ellero per aver «coperto» l'ospedale di Vicenza accusato di non avere curato a dovere il penalista: che dal 2015 è «costretto su una sedia a rotelle»
Per anni Renato Ellero, uno dei più noti penalisti veneti, già docente di diritto all'università di Padova, aveva preso di mira una parte della magistratura vicentina rinfacciandole d'avere «impantanato» le indagini nei confronti dell'ospedale di Vicenza: accusato dallo stesso avvocato berico di natali veneziani di non avergli praticato le cure adeguate durante un ictus che nel 2015 gli aveva paralizzato metà del corpo. Per quelle inerzie quattro magistrati in forza a Borgo Berga si avvicinano al giudizio, con il grave addebito di «omissione in atti d'ufficio» in capo al pubblico ufficiale. Così ha stabilito il giudice per le indagini preliminari di Trento: si tratta del Gip Marco Tamburrino. La cui ordinanza è giunta nelle mani dello stesso Ellero ieri 19 maggio.
Il provvedimento firmato dal dottor Tamburrino due giorni fa è, per almeno quattro ragioni, «clamoroso»: uno perché la decisione dello stesso Gip era attesa addirittura dall'ottobre del 2021; due perché nel frattempo era cambiato il giudice per le indagini preliminari che doveva vagliare un eventuale rinvio a giudizio; tre perché la decisione del Gip Tamburrino per quattro indagati su sei è giunta nonostante la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero trentino Giovanni Benelli; quattro perché sulle lungaggini che avevano segnato in questo senso l'operato della magistratura trentina (competente per ogni procedimento penale che riguarda i magistrati veneti), Ellero, non più tardi della metà del mese scorso, aveva spiegato a Vicenzatoday.it di avere perfino «denunciato per associazione a delinquere, frode processuale e falso» tre toghe della città del concilio: si trattava in quel caso «del procuratore capo Sandro Raimondi, del Gip Claudia Miori, oggi passata ad altro incarico, nonché dello stesso pubblico ministero Giovanni Benelli».
I NOMI
Ma chi sono quindi i magistrati vicentini che sono di lì ad un passo dal dover affrontare il processo? Si tratta dei pubblici ministeri Hans Roderich Blattner, Claudia Brunino e Giovanni Parolin, nonché del Gip Massimo Gerace, il quale è da poco in pensione. Per l'ex procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri, (oggi a riposo) e per l'ex procuratrice aggiunta di Vicenza Orietta Canova (padovana come Cappelleri) il Gip Tamburrino ha disposto l'archiviazione perché nel loro operato non si ravvedono «omissioni rilevanti penalmente». Si tratta di una espressione particolare che sulle prime non escluderebbe peraltro eventuali approfondimenti da effettuarsi in ambito disciplinare.
DIBATTIMENTO ALL'ORIZZONTE
Più nel dettaglio, come mai il giudice Tamburrino ha stabilito che con ogni probabilità sarà il dibattimento in aula a determinare se i quattro siano colpevoli o meno? Parolin e Brunino, tra le altre, sono accusati di non aver effettuato le dovute indagini nei confronti di due periti ascoltati in fase di incidente probatorio nell'ambito di un procedimento aperto dalla procura berica nei confronti di alcuni medici dell'ospedale San Bortolo di Vicenza. Peraltro, come riferito da Vicenzatoday.it il 17 maggio 2021, nel suo «cahier de doléances» il penalista vicentino aveva infatti preso di mira due consulenti veronesi nominati dal Gip berico (procedimento penale 8661/2020 RG MOD 21) proprio nell'ambito di uno dei vari procedimenti radicati nella città del Palladio in riferimento alle denunce dello stesso Ellero. Una condotta non troppo dissimile viene addebita all'ex Gip Gerace: che avrebbe avallato le scelte dei pubblici ministeri con una archiviazione messa in discussione «anche alla luce delle risultanze dell'incidente probatorio». Questo almeno è quanto viene riportato a pagina 4 della ordinanza.
SOTTO LA LENTE D'INGRANDIMENTO
Detto in altri termini dalle carte dei procedimenti finiti sotto la lente d'ingrandimento del Gip di Trento sarebbero emerse condotte assai incongrue sia da parte del personale medico del San Bortolo, sia da parte dei periti incaricati dalla magistratura berica al fine di valutare eventuali illiceità nell'operato di medici e infermieri, senza che i rispettivi profili penali fossero vagliati nel modo dovuto dai tre togati.
Diverso è il rilievo nei confronti di Blattner. Il quale avrebbe rubricato una denuncia del penalista vicentino come fascicolo contro ignoti sebbene Ellero, negli anni '90 senatore prima della Lega e poi della Lif, avesse fatto nomi e cognomi dei presunti responsabili. «Il pubblico ministero - scrive il Gip Tamburrino in pagina 5 riferendosi al dottore Blattner e descrivendo il ping pong in andata e ritorno tra Vicenza e Trento del fascicolo Rgnr 8799/2017 - aveva provveduto alla trasmissione del detto procedimento» alla procura trentina «venendo il relativo fascicolo successivamente inviato nuovamente» alla procura della città del Palladio: «che però manteneva a carico di ignoti il relativo fascicolo» fino al «31 ottobre 2019». Di più sempre il Gip scrive che «tale dato documentale appare allo stato degli atti incontrovertibile».
IL PROSIEGUO
Chiaramente sarà l'iter penale residuo, più avanti, a scrivere il capitolo definitivo della vicenda: anche perché da tempo gli indagati professano la loro estraneità nei confronti di ogni addebito, la bontà della loro condotta, nonché il pieno rispetto delle leggi. Però il prodromo di rinvio a giudizio distillato da Tamburrino ha già gettato un certo scompiglio a Borgo Berga: dove nei corridoi già si parla di vero e proprio «shock». I magistrati coinvolti infatti sono tutti molto noti.
IL CONTESTO
Gerace è stato Gip in un procedimento penale, un filone del quale è tutt'ora aperto, che riguarda una serie di presunti illeciti nell'ambito della realizzazione della cittadella della giustizia di Vicenza. Blattner è il pubblico ministero nel maxi processo contro la Miteni in corso al Tribunale di Vicenza, nell'ambito di uno scandalo ambientale noto in tutto il Paese e in tutto il Continente. La dottoressa Brunino è stata il pubblico ministero che in primo grado ha coltivato l'azione penale contro l'ex 007 padovano Riccardo Sindoca, accusato di calunnia nei confronti di alcuni funzionari della Guardia di finanza di Vicenza (accuse peraltro seccamente respinte al mittente dal diretto interessato), in relazione ad un intricatissimo scandalo ambientale dai mille rivoli. Scandalo che ruota attorno alla Safond Martini di Montecchio Precalcino: un caso segnalato alla autorità giudiziaria proprio dallo stesso Sindoca peraltro.
Parolin (oggi pubblico ministero presso la procura minorile a Venezia), che è il fratello del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, è divenuto noto alle cronache politiche quando il 22 agosto 2020 il suo nome finì in un approfondimento giornalistico del Corriere veneto firmato da Alberto Zorzi: il servizio era dedicato al cosiddetto caso Palamara. Ellero («dal 2015 emiplegico e costretto su una sedia a rotelle»), che da anni è estremamente critico nei confronti di gran parte della magistratura, fa sapere che «commenterà nei prossimi giorni» il provvedimento del Gip Tamburrino (formalmente va definito come una «imputazione a carico degli indagati»); il cui contenuto «peraltro è inequivocabile». Tanto che, spiega ancora Ellero ai taccuini di Vicenzatoday.it, si tratta «di una decisione comunque clamorosa». Il penalista per vero a più riprese aveva puntato l'indice su Borgo Berga, sede della cittadella giudiziaria di Vicenza, accusando più d'uno di avere «coperto» le condotte del San Bortolo giustappunto in relazione alla sua vicenda personale.