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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Breganze

Spaccate e furti nei garage: scacco matto alla banda delle biciclette

Al ricettatore, un 43enne residente nel Vicentino, è stata inflitta la misura restrittiva dell'obbligo di dimora nel comune di residenza

La squadra mobile della questura di Padova, ha eseguito martedì una misura cautelare emessa dal gip nei confronti di due moldavi di 22 e 23 anni residenti in provincia di Padova. Il primo è stato tradotto in carcere, il secondo è stato aggravato dal divieto di dimora in veneto. Nei guai anche un serbo di 43 anni di Breganze , a cui è stata inflitta la misura restrittiva dell'obbligo di dimora nel comune di residenza. I tre fanno parte di un gruppo quasi tutto composto da moldavi di dieci persone nei cui confronti sono stati raccolti elementi che li vedono protagonisti in pianta stabile di furti in abitazione e negozi soprattutto di biciclette. Venticinque in tutto gli episodi che gli vengono contestati. Agli indagati vengono contestati a vario titolo diverse ipotesi di furto, ricettazione e riciclaggio, costituenti una parte del totale dei furti complessivamente ricostruiti e commessi anche dai restanti indagati tra il dicembre del 2021 e il maggio del 2022 tra Padova, Verona, Treviso, Bergamo, Brescia, Varese e Reggio Emilia, con danni per centinaia di migliaia di euro. 

I malviventi sceglievano accuratamente gli obiettivi da colpire: da una parte i garage di pertinenza delle abitazioni privati, dall'altro i negozi di rivendita di bici di alta gamma, di cui venivano sfondate le vetrine con mezzi rubati utilizzati come "arieti". Dettaglio interessante, per i furti nei garage i malviventi facevano prima uno studio sui social dove attingevano notizie tra gli appassionati di ciclismo. Qui capivano quali mezzi custodivano per poi entrare in azione. 

L'indagine

Tutto è partito nel febbraio del 2022 quando la mobile di Padova ha perquisito a Selvazzano l'abitazione dove si sospettava che venisse ospitato il destinatario di un mandato d'arresto e ha trovato bici e componentistica per complessivi 60mila euro di bottino. Il tutto era già stato smembrato e imballato pronto per essere fatto sparire. La refurtiva è stata restituita ai legittimi proprietari e faceva parte di furti in garage compiuti nei giorni precedenti in più province del Veneto. Attraverso le memorie dei telefoni sequestrati all'arrestato e alla persona che lo ospitava, il ventiduenne che oggi è finito in carcere, gli investigatori sono risaliti alla ricettazione numerose altre biciclette rubate e scoperto che l'arrestato aveva partecipato ad alcuni furti in abitazione.

Il ricettatore di Breganze

L'uomo, infatti, aveva inviato via whatsapp numerose immagini di biciclette corredate di prezzi d'acquisto, al serbo residente a Breganze. Le fotografie trovate nella memoria del telefono riportavano la data e l'ora dello scatto e, in alcuni casi, anche la localizzazione del telefono nel momento in cui era stato effettuato.Da questo dettaglio è emerso che quasi tutte le foto erano state scattate a poche ore dai furti, dal garage corrispondente all'abitazione dove i poliziotti hanno rintracciato il ricercato. Il 13 maggio 2022 all'uscita di Padova Ovest gli agenti hanno fermato il 43enne di Breganze trovato in possesso di 10 biciclette rubate. Di qui l'arresto per riciclaggio.

Dal telefono del ricettatore, i poliziotti sono risaliti a numerose "chat" incentrate su trattative per la vendita di biciclette provento di furti, con la successiva indicazione del luogo dove le stesse erano state momentaneamente custodite. L'acquisto delle bici di valore veniva di fatto accordato a un prezzo nettamente inferiore a quello di mercato. Ancora più evidente è risultato a quel punto il ruolo del 43enne serbo. Da qui l'intercettazione dell'utenza telefonica e l'installazione sul suo furgone di un sistema di localizzazione satellitare, che ha consentito di appurare come il mezzo venisse mantenuto parcheggiato a Breganze, nelle pertinenze della sua abitazione, e utilizzato esclusivamente per recarsi nei luoghi indicatigli dagli altri indagati allo scopo di prelevare le biciclette provento di furto. Bici che venivano poi trasportate presso la sua abitazione e custodite all'interno dell'annesso garage, prima di essere smontate e confezionate in grandi sacchi di cellophane neri, quindi esportate in Serbia.

A essere utili sono state poi le immagini ricavate dalle telecamere di videosorveglianza di alcuni negozi depredati, che hanno consentito di individuare meglio e poi identificare buona parte degli autori delle spaccate. Queste ultime venivano compiute utilizzando mezzi furgonati o crossover in precedenza rubati, con danni patrimoniali di rilevante gravità.

 

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