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Cronaca

Maxi sequestro di 340 tonnellate di pellet, un'azienda vicentina nei guai

Indagine della Guardia di Finanza di Padova. Perquisizione e sequestro anche nei confronti di una società in provincia di Vicenza, anche loro parte del meccanismo scoperto dalle fiamme gialle

Nel mese di giugno i militari della Compagnia di Cittadella hanno avviato un'operazione finalizzata al contrasto, soprattutto nei mesi estivi, del diffuso fenomeno dell’illecito approvvigionamento dall’estero di pellet di legno con marchio di qualità ENplus® contraffatto oppure falsamente dichiarato come certificato. Dopo aver individuato inizialmente in Veneto una serie di operatori economici dediti alla commercializzazione di tale tipologia di merce, proveniente perlopiù da produttori dell’Est Europa, sono state eseguite diverse perquisizioni che hanno portato al sequestro oltre 350 tonnellate di prodotto, 197 dei quali da una ditta di Arzignano, nonché due autobotti dotate di speciali sistemi di erogazione a destino.

La considerevole mole di prodotto sequestrato nella prima fase dell’operazione e le risultanze investigative emerse in ordine ai principali canali di approvvigionamento permettevano di delineare le vaste proporzioni di un fenomeno illecito in continua espansione, anche in ragione di prezzi estremamente contenuti, trattandosi di un eco-combustibile non sottoposto ad accisa. Pertanto, all’esito di un’approfondita e meticolosa analisi sul web delle fonti aperte, nonché a seguito della consultazione delle banche dati sugli scambi intracomunitari e sulla fatturazione elettronica, gli sforzi investigativi si sono concentrati successivamente sull’individuazione delle società estere produttrici dell’eco-combustibile e degli ulteriori clienti italiani.

Al riguardo, particolarmente significative sono state le operazioni di perquisizione e sequestro svolte nel mese di settembre, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Rieti, nei confronti di un network di imprese, attive nelle province di Rieti, Terni ed Ancona, e di un soggetto di nazionalità italiana, ritenuto il dominus della frode commerciale, fittiziamente residente in Repubblica Slovacca, che dal 2016, in qualità di rappresentante legale e socio unico di una società di diritto slovacco, aveva posto in essere nell’Italia centrale, in totale evasione d’imposta, un’avviata e florida attività di commercio, all’ingrosso e al dettaglio, di pellet recante la mendace indicazione di conformità alla certificazione di qualità del legno ENplus®. Le operazioni si sono concluse con il sequestro di 60 tonnellate di pellet di produzione estera, commercializzato in frode nel territorio nazionale, nonché di copiosa documentazione contabile ed extra-contabile utile alla ricostruzione del reddito e del volume d’affari conseguito dalla società di diritto slovacco, di fatto da considerarsi fiscalmente un soggetto economico italiano.

Più di recente è stata intensificata l’azione di monitoraggio degli annunci di vendita online del pellet di legno in vista dell’approssimarsi della stagione invernale e, in particolare, di quello sfuso, il quale, in assenza di un involucro commerciale ben definito, si presta maggiormente alla consumazione di frodi commerciali consistenti nell’utilizzo improprio del marchio di qualità ENplus®. Nel caso di specie, sono state sottoposte a sequestro oltre 85 tonnellate di eco-combustile di produzione estera, falsamente dichiarato conforme alla certificazione di qualità del legno ENplus®, nei confronti di due distinti operatori economici, in rapporto di partnership, attivi nella provincia di Treviso, ed entrambi i rappresentanti legali sono stati denunciati alla competente Autorità Giudiziaria per il reato di frode nell’esercizio del commercio.

Analoghe operazioni di perquisizione e sequestro sono state condotte nei confronti di una società operante ad Arzignano la quale, disponendo di un sito di stoccaggio di rilevante capienza, era dedita alla commercializzazione di pellet sfuso, certificato ENplus® ma in realtà completamente sprovvisto della relativa certificazione. Infatti, tale impresa non risultava annoverata tra quelle produttrici e/o distributrici certificate dall’Associazione Italiana Energie Agroforestali, licenziataria del marchio ENplus® per l’Italia. Nella circostanza, oltre all’apposizione del vincolo reale su complessive 197 tonnellate di pellet non certificato ENplus® e alla denuncia del legale rappresentante della società e di un socio per il reato di frode nell’esercizio del commercio, sono stati sottoposti a sequestro due silos, muniti di speciali impianti per l’erogazione dell’eco-combustibile.

L’operazione ha consentito di ritirare dal mercato, a partire dal mese di giugno, 700 tonnellate circa di eco-combustile non sicuro. 

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