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Cronaca

Persone scomparse: i casi nel vicentino

Molti i casi recenti a Vicenza e provincia di persone scomparse e poi ritrovate, quello più eclatante il ritrovamento del cadavere di Lucia Manca a Cogollo. Ma ci sono ancora misteri irrisolti

Il ritrovamento del cadavere di  Lucia Manca sul greto dell'Astichello a Cogollo del Cengio, la misterosa scomparsa, a lieto fine, di Elisa Dalla Costa, Antonio Pellizzaro, padre di 6 figli, che fa perdere le sue tracce a Siracusa per poi essere ritrovato suicida. Sono molti i casi di persone scomparse che hanno tenuto con il fiato sospeso i vicentini nell'ultimo anno.

Nell'archivio on line della trasmissione specializzata "Chi l'ha visto", si scopre che sono numerosi anche i casi irrisolti.

DU XIAFENG

Sono passati 14 anni dalla scomparsa del giovanissimo Du Xiafeng, detto Matteo: la mattina del 18 gennaio scorso il ragazzo cinese di 15 anni, si è allontanato dalla sua abitazione di Vicenza con il suo ciclomotore Piaggio di colore blu. I suoi genitori non vedendolo ritornare lo hanno cercato inutilmente nei luoghi da lui abitualmente frequentati, in particolare nella sala giochi nei pressi di Ponte degli Angeli e nella sala Biliardi sulla S.S. Padana Superiore. Successivamente il motorino è stato ritrovato parcheggiato nella stazione ferroviaria di Vicenza. Il preside della scuola media 'Muttoni' ha riferito che Du Xiaofeng era già assente dalle lezioni da una decina di giorni. Di lui non si è saputo più nulla.

L'OMICIDIO DI GARMISH

Altrettanto misterioso è il caso della donna uccisa a Garmish, che aveva un giubbetto artigianale e degli orecchini prodotti nel vicentino. Alle sei e mezzo del mattino del 6 novembre 2001, nei pressi di Garmisch, nota stazione sciistica della Baviera, è stato ritrovato il cadavere di una giovane donna. Il corpo nudo - con indosso solo un paio di slip scuri - giaceva sull'asfalto di una stradina che costeggia la statale 23 che dal Brennero porta ad Augsburg. Una stradina in disuso da anni, percorsa di notte solo da qualche automobilista che vuole sfuggire il test del "palloncino".
Il volto della giovane era sfigurato; si è trattato senza dubbio di un delitto brutale. Per avere la certezza di averla uccisa, il killer era passato due volte con l'auto sul corpo facendone scempio. Secondo i risultati dell'analisi necroscopica, la donna sarebbe stata uccisa non più di sette-ore prima del ritrovamento, quindi durante la notte tra il 5 e il 6 novembre. Sono state trovate due ferite, una al capo e l'altra al basso ventre; la vittima ha anche subìto sevizie sessuali, ma non è stata violentata.

 Sul ciglio della strada sono stati ritrovati i bottoni della camicetta, strappata alla giovane, e gli orecchini con le clips chiuse, che forse la donna teneva in tasca. Il killer, dopo aver massacrato la sua vittima, aveva deciso di far sparire i suoi abiti, ma li aveva poi abbandonati a meno di un chilometro dal confine con l'Austria, in una piazzola di sosta. In una busta di plastica rigonfia sono stati trovati gli abiti intrisi di sangue.
La polizia tedesca dà molta importanza a questi vestiti, che potrebbero ricondurre all'identità della vittima, forse italiana. Le scarpe sono state prodotte da una ditta della provincia di Ancona - la Giada Gabrielli; pantaloni e camicetta sono in vendita in una catena di supermercati, la "C più A", presenti in Germania e in Austria. La giacca di pelle è prodotta da un centro di Trissino, a 30 chilometri da Vicenza; anche gli orecchini sono stati fabbricati da un artigiano vicentino.

La busta che conteneva gli indumenti era di una catena di supermercati italiani. Nell'inventario manca solo la borsetta, che l'assassino ha tenuto con sé perché probabilmente conteneva i documenti e forse del denaro. Accanto al corpo sono stati trovai i cocci di una bottiglia di Fragolino prodotta da un'azienda veneta, che però potrebbe anche essere stata acquistata in un autogrill sull'autostrada.
Fra qualche giorno si avrà l'esito completo delle analisi, forse si scoprirà che cosa aveva mangiato la donna prima di essere uccisa. La polizia sta lavorando anche per ricostruire il dna dell'assassino: sotto le unghie della giovane c'erano piccoli brandelli di pelle del suo aggressore, conseguenza della lotta disperata per sottrarsi alla morte. Probabilmente la donna, già ferita, aveva cercato di fuggire per raggiungere la strada statale, ed era stata aggredita sul ciglio opposto della stradina. Tramortita con un violento colpo, era stata trascinata al centro della carreggiata, quando lo spietato omicida l'aveva schiacciata con l'automobile.

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