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Cronaca Centro Storico / Corso Andrea Palladio

Studenti in corteo, tra manifesti e slogan: "Vogliamo il futuro"

Erano in circa 700 gli studenti che hanno sfilato nel centro storico in occasione della manifestazione organizzata dal Coordinamento studentesco. Manifesti e slogan, nessun incidente

Erano in circa 700 gli studenti che questa mattina sono scesi in piazza in occasione dello sciopero nazionale della scuola. Nessun incidente con le forze dell'ordine, solo un gesto dimostrativo davanti alla sede dell'Unicredit di Corso Palladio.

12 ottobre 2012: studenti in piazza



"Rivendichiamo un presente di diritti come quello allo studio e alla mobilità e un futuro libero dai diktat della finanza e delle banche - scrivono nel comunicato -  C'era tanta gente in corteo oggi e abbiamo voluto comunicare le nostre motivazioni con un'azione creativa sulle vetrine della banca Unicredit, che negli anni si è contraddistinta per il finanziamento delle armi".

"Abbiamo attaccato un caricatura con un soldato senza cervello ingrassato dall'aumento delle spese militari e uno studente laureato dimagrito dai continui tagli all'istruzione pubblica - raccontano -  Nella nostra città, invasa dalle servitù militari, vogliamo che le basi vengano riconvertite ad uso civile. Un'altra caricatura raffigurava il Ministro Profumo che si complimentava per l'ottimo utilizzo del “bastone” venerdì scorso nei confronti degli studenti scesi in piazza in varie città. E' vergognoso che in tempo di crisi un ministro si permetta di dichiarare che “in certi casi ci vuole il bastone e in altri la carota”.

Le altre caricature raffiguravano Monti e Draghi, la premiata ditta dell'austerity e dei sacrifici. "Peccato però che il rigore lo chiedano agli studenti, alle famiglie, ai lavoratori, ai pensionati e non di certo alle banche e al sistema finanziario che ha generato questa crisi - spiegano i manifestanti -  Qualcosa di triste in questa importante giornata di mobilitazione però c'è stato. E' la tristezza di chi un secondo prima al microfono parla “delle rivoluzioni che partono dagli studenti” e un secondo dopo si affretta a condannare e a bollare come “antidemocratico” un semplice attacchinaggio comunicativo. Cosa saranno mai quattro manifesti incollati su una vetrina rispetto alla distruzione della scuola pubblica, alla privatizzazione dei servizi pubblici, al taglio del trasporto pubblico locale e all'impoverimento culturale (e materiale...) della società portato avanti per salvare gli interessi di pochi? Noi vogliamo riprenderci quello che ci stanno togliendo ed oggi è solo l'inizio".

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