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Cronaca Schio

Schio, maxi operazione anti droga con whatsapp: in manette "Castel boy"

Con B.J., 30 anni, cittadino del Gambia e con il permesso di soggiorno scaduto, sono stati denuncati altri 4 stranieri, di cui tre richiedenti asilo

Otre 40 agenti per sgominare il giro di spaccio al Castello di Schio. In manette è finito un 30enne del Gambia, B.J., detto "Castel boy", considerato come il capo banda, mentre sono stati denunciati per concorso altri 4 stranieri, di cui tre sono richiedenti asilo. 

L'emergenza

Dopo le numerose segnalazioni dei cittadini è stato il sindaco di Schio, Valter Orsi, a chiedere l'intervento della Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, chiedendo un controllo straordinario della città, soprattutto in relazione alla crescente presenza di persone che, non avendo occupazione lavorativa, sono soliti stazionare nei luoghi di aggregazione causando un fisiologico allarme sociale

Le indagini

Il Questore di Vicenza disponeva l'analisi della situazione che veniva effettuata congiuntamente da investigatori della Polizia di Stato e della Polizia Locale. In particolare venivano delineate le aree  "a rischio", tra le quali emergeva una situazione di "spaccio" di stupefacenti nell'area del Castello. In particolare le fonti informative descrivevano una zona che nelle fasce pomeridiane veniva "presa in gestione" da un gruppo di persone che, grazie alla posizione dominante del luogo, riusciva a gestire lo spaccio di sostanze stupefacenti accogliendo i clienti sulle panchine e facendo in modo di eludere i frequenti controlli delle Forze dell'Ordine. L'attività era così ben concepita e consolidata che andava avanti da oltre un anno, e si basava soprattutto sulle piccole quantità di stupefacenti, generalmente marijuana, al fine di approfittare delle caratteristiche della Legge Antidroga, a proposito della lieve entità. In situazioni del genere, infatti, è assolutamente difficile documentare l'effettiva movimentazione di sostanze stupefacenti, vista la parcellizzazione delle quantità e la frequenza degli scambi.

Il blitz

Schio, operazione Castel boy

Dopo avere acquisito le necessarie informazioni, il Questore emetteva specifica Ordinanza di "controllo straordinario del territorio di Schio", con l'impiego di Agenti dell'Ufficio Immigrazione, coordinata dal Dirigente delle Volanti, con servizio da eseguirsi nel pomeriggio di mercoledì. Sono stati impiegati 10 agenti della Questura di Vicenza, 15 agenti del Reparto Prevenzione Crimine del Veneto, 15 agenti della Polizia Locale "Alto Vicentino" di Schio messi a disposizione dal Presidente del C.d.A., Albino Mosele, e 4 agenti della Polizia Locale "Nordest Vicentino" di Thiene.

Già in prima mattinata, investigatori congiunti, armati di video e foto-camere si posizionavano nella Torre Campanaria che sovrasta "il Castello" e all'interno della Chiesa. In tal modo riuscivano a documentare l'ingresso di spacciatori e clienti, che iniziava ad avvenire già dalle ore 12:10. Per comunicare tra loro e con i colleghi a supporto, al fine di non essere individuati con rumori radio, gli investigatori sperimentavano con successo la creazione di un gruppo di whatsapp, con il quale tutti vevivano informati in tempo reale

Alle ore 14:10 giungeva in bicicletta il capo degli spacciatori, denominato dagli informatori come "Castel Boy", che iniziava ad accogliere i vari clienti, prendendo banconote e cedendo sostanza stupefacente che deteneva all'interno di un cellophane trasparente.

Alle ore 14:25 gli investigatori della Torre Campanaria suonavano il momento dell'azione, e pertanto tutti gli Aaenti impiegati nel dispositivo convergevano sul Castello, creando un fuggi fuggi generale. "Castel Boy", chiaramente visto dagli osservatori, si avvicinava al muretto lato ovest gettando nella boscaglia l'involucro anzidetto, che però veniva prontamente recuperato dagli investigatori stessi. In particolare veniva sequestrato un involucro contenente  7.20 grammi di marijuana e circa mezzo grammo abbandonato da un cliente in fuga. 

Castel boy

Castel Boy veniva identificato in B.J., nato in Gambia nell'1987, senza fissa dimora, con permesso di soggiorno non rinnovato ma sul cui procedimento pende ricorso. Sottoposto a perquisizione personale, occultata nella tasca dei pantaloni gli veniva rinvenuta la somma di 380 euro in banconote, accartocciate tra loro, da 20, 10 e 5 euro, sicuro provento di spaccio, come documentato dagli osservatori.

Per tale motivo il medesimo veniva arrestato e, su disposizione del pm Fietta, veniva associato alla Casa Circondariale di Vicenza. Anche le altre persone che avevano partecipato all'attività di spaccio, se non altro come semplici vedette, venivano denunciate per concorso. In particolare si tratta di 4 maggiorenni, tutti stranieri, dei quali 3 richiedenti asilo; ed un minorenne di nazionalità italiana.

Il Controllo Straordinario del Territorio veniva poi continuato nelle altre aree della città, ove veniva individuato uno straniero di nazionalità marocchina privo del permesso di soggiorno che, accompagnato in Questura, veniva immediatamente sottoposto a decreto di espulsione immediata con accompagnamento alla frontiera.

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