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Cronaca San Pietro Mussolino

San Pietro Mussolino: Facebook smaschera chi minaccia il sindaco

La lettera minatoria consegnata al primo cittadino di San Pietro Mussolino non era opera di pericolosi terroristi islamici ma di due adolescenti arrabbiati per la chiusura di un parco pubblico. I due ragazzi sono stati individuati grazia ad un post su Facebook

Sono due adolescenti gli autori della lettera di minacce recapitata nei primi giorni del 2016 al sindaco di San Pietro Mussolino, Gabriele Tasso. Ad inchiodarli è stato un post su Facebook con contenuti simili alla missiva incriminata e la sua comparazione con alcuni temi scolastici. 

Nella lettera, anonima e scritta a mano, il sindaco veniva accusato di comportamenti discriminatori nei confronti degli stranieri presente nel Comune, comportamenti che se non fossero finiti avrebbero causato "conseguenze terribili ed inevitabili".  La missiva era diventata immediatamente un caso, molti esponenti politici avevano portato la loro solidarietà al sindaco, mentre con attenzione le forze dell'ordine vagliavano i possibili collegamenti tra la lettera e il fanatismo di matrice islamica. Negli scorsi giorni c'era anche stato un vertice in prefettura. 

Le indagini dei carabinieri hanno, però, portato a un ridimensionamento della vicenda. Gli autori delle minacce sono un 14enne, l'autore materiale della missiva, e un suo compagno  di scuola  di un anno più grande. Entrambi provenienti da famiglie di immigrati ma nati in Italia.  I carabinieri sono risaliti a loro grazia al post apparso negli scorsi giorni nel profilo Facebook del più vecchio dei due. Il testo era praticamente identico a quello della lettera delle minacce. Gli uomini dell'arma si sono allora recati alla scuola frequentata dal ragazzo cercando un riscontro calligrafico sui temi svolti in classe dal giovane.  Sebbene la calligrafia non coincidesse con la sua, per il personale scolastico è stato semplice individuare l'autore della missiva.

I due ragazzi avrebbero agito spinti dalla rabbia per la chiusura del parco giochi di via Casano. L'area verde era diventata un punto di ritrovo per i giovani della zona provenienti da famiglie di migranti che si intrattenevano fin a notte inoltrata. Il sindaco ne aveva decretato la momentanea chiusura per per permettere i lavori di sistemazione delle giostrine e placare gli animi dei residenti della zona che si lamentavano degli schiamazzi notturni. 

Entrambi i giovani sono stati denunciati al tribunale dei minori per "minacce". 

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