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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Ragazzo morto folgorato: chiesto rinvio a giudizio per Susanna Gemmo

L’incidente risale all’agosto del 2016 in Sicilia. Stessa richiesta anche per un manager della società. I genitori del 15enne Salvatore D'Agostino si sono costituiti parte civile nell’udienza del 26 giugno: processo rinviato al 9 ottobre

A conclusione della lunga fase delle indagini preliminari, il Pubblico Ministero di Messina, dott.ssa Antonella Fradà, ha chiesto il rinvio a giudizio per la presidente di Gemmo S.p.a., Susanna Gemmo, e per un manager della società, Francesco Trimarchi, accusati di omicidio colposo in concorso per aver causato la tragica morte di Salvatore d’Agostino, il 15enne di Gaggi deceduto nel 2016 dopo essere rimasto folgorato urtando un faretto nella piazza del suo paese, in un luogo accessibile a tutti, mentre giocava a calcio con gli amici.

L'incidente è successo la sera del 2 agosto 2016, nella piazza antistante la Chiesa Madre della frazione di Cavallaro. Salvatore, per recuperare il pallone, aveva oltrepassato una ringhiera ma aveva toccato un faretto: la tremenda scarica elettrica che l'ha investito non gli ha lasciato scampo, fulminandolo. Dopo 18 giorni di coma Salvatore è morto gettando nella disperazione i suoi cari e tutto il paese di Gaggi.

La notizia è stata resa nota da Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro. Nell’estate 2017, la Procura di Messina ha risposto con una comunicazione ufficiale sullo stato di avanzamento del procedimento e si è appreso che erano stati iscritti nel registro degli indagati la dott.ssa Susanna Gemmo, 55 anni, e l’ingegner Francesco Trimarchi, 37, rispettivamente presidente del Cda e responsabile dell'ufficio Tecnico e Gare d'Appalto (con particolare riferimento a quella per la Sicilia) della Gemmo S.p.a., la società a cui il Comune di Gaggi aveva affidato la gestione del suo impianto di pubblica illuminazione attraverso l'adesione alla convenzione per il Servizio Luce e servizi connessi per le Pubbliche Amministrazioni con Consip, la centrale acquisti della PA.

A conclusione delle indagini preliminari, il Pm, dott.ssa Fradà, con provvedimento del 9 maggio 2018, ha quindi chiesto l’emissione del decreto che dispone il giudizio nei confronti dei due imputati, a cui si contesta il reato “di cui agli articoli 113 e 589 del codice penale perché – recita l’atto – in cooperazione tra loro, Gemmo Susanna in qualità di legale rappresentante della società Gemmo S.p.a., affidataria del “servizio luce e dei servizi connessi”, e segnatamente del servizio di gestione dell’impianto di pubblica illuminazione del Comune di Gaggi e del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria dello stesso, e Trimarchi Francesco, in qualità di dipendente della società Gemmo Spa responsabile della gestione della suddetta commessa, cagionavano il decesso di D’Agostino Salvatore. Per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia e nel non aver rilevato che i fari installati presso la piazza della Chiesa Madre di Gaggi, ancorché in disuso da anni e privi di lampade, fossero alimentati dall’impianto di illuminazione pubblica attraverso l’aggancio al quadro Q001 collocato in via Tenente Turrisi di Gaggi”. Un decesso che, conclude il Pm, è avvenuto “per fibrillazione ventricolare con arresto cardiocircolatorio e respiratorio responsabile di una prolungata anossia cerebrale, cagionata a seguito di elettrocuzione di cui il ragazzo rimaneva vittima in conseguenza di una dispersione di energia elettrica promanante da uno dei faretti collocati presso la piazza”.

 

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