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Cronaca Bassano del Grappa

Rosso e la Fondazione OTB querelano i centri antiviolenza: «Siamo preoccupate»

La battaglia legale è iniziata dopo la nota vicenda delle "ball girls", portando alla luce un conflitto tra il Coordinamento Iris e la Fondazione. Maria Pia Mainardi Agostinelli, di Spazio Donna: «Silenzio e prudenza, anche in rispetto di chi ci chiede aiuto»

Finirà in tribunale la questione delle "ball girls", le ragazzine dell'Anthea Volley scese in campo il 16 settembre con shorts e un body che lasciava la schiena nuda. La Fondazione Only the Brave e Renzo Rosso hanno presentato « avanti alla Procura della Repubblica del Tribunale di Vicenza, denuncia-querela nei confronti dei membri del Coordinamento IRIS e delle persone responsabili del comunicato stampa dello scorso 21 settembre».

Pioggia di critiche

L'iniziativa scatenò una ridda di polemiche, anche a livello nazionale, e il coordinamento, che comprende il Centro Veneto Progetti Donna di Padova, Spazio Donna di Bassano, Cooperativa Iside di Venezia, Telefono Rosa  di Verona, Telefono Rosa di Treviso, Donnachiamadonna di Vicenza e BellunoDONNA, stigmatizzò l'idea dell'LR Vicenza e del patron Renzo Rosso, aggiungendo che «qualche mese fa, in barba a tutte le direttive nazionali e internazionali e grazie alle consistenti disponibilità economiche della sua Fondazione, Only the brave (solo i coraggiosi), decide di aprire un servizio antiviolenza a Bassano nonostante esista già da anni, nel medesimo contesto, Spazio Donna, Centro antiviolenza riconosciuto dalla Regione del Veneto e dal 1522 – numero verde nazionale antiviolenza e stalking, fornendo un’équipe di professionisti per aiutare le donne. Tra questi anche un avvocato uomo, nel cui curriculum professionale vi è la difesa di stupratori di donne minorenni nonché di uomini maltrattanti. Insomma, la persona adatta per le donne che hanno subito maltrattamenti in famiglia...».

La replica della Fondazione

Dichiarazioni non digerite dalla Fondazione, di cui è vicepresidente Arianna Alessi, moglie di Rosso, che scrive: «Non si è potuto soprassedere rispetto alla diffusione di un documento dal carattere chiaramente diffamatorio, contenente omissioni e informazioni false e orientato al precipuo fine di screditare e di svilire la Fondazione e Renzo Rosso che, viceversa, portano avanti da anni iniziative solidaristiche in vari ambiti di interesse sociale, nonché in tema di tutela delle donne. Le circostanze addotte nel comunicato - tra le quali che l’attività svolta a favore delle donne vittime di violenza sarebbe condotta con modalità illegittime e per mera ostentazione di denaro - non corrispondono a verità, e potevano essere appurate facilmente anche solo osservando la pluralità di attività portate avanti dalla Fondazione e dal Fondatore».

Proprio ieri, domenica 25, in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione dellaviolenza contro le donne, i giocatori dell'LR Vicenza sono scesi in campo con una maglietta che pubblicizzava "Mai più",  il servizio di ascolto, di assistenza legale e psicologica della Fondazione. 

«Raggelate e preoccupate, anche per le vittime»

Interrompendo il silenzio sulla vicenda, Maria Pia Mainardi Agostinelli, di Spazio Donna, esprime la sua più viva preoccupazione: «Abbiamo appreso della querela tramite il comunicato: a noi era arrivata solo la diffida, a firma di un pool di legali, poche ore dopo la diffusione della nostra posizione, alla quale abbiamo risposto non con delle scuse ma con delle spiegazioni. Nei prossimi giorni ci vedremo con i nostri avvocati e decideremo sul da farsi ma è ovvio che la cosa ci ha basito e raggelato, soprattutto per la delicatezza del contesto in cui si colloca: non si può fare del clamore, rischiando di allontanare le vittime da chi le può aiutare». 

«Siamo certamente preoccupate - prosegue Mainardi Agostinelli, che da oltre 10 anni si occupa della creazione e gestione di sportelli per fornire aiuto alle donne oggetto di abusi - Ma siamo anche forti del lavoro svolto in tutta la Regione, in collaborazione con le aziende sanitarie e con le istituzioni. E' comunque una situazione delicata e non vorremmo che a rimetterci fossero proprio le persone che hanno bisogno di aiuto».

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