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Mercoledì, 7 Giugno 2023
Cronaca

Reddito di cittadinanza, la guardia di finanza incastra 21 "furbetti": tutti gli stratagemmi usati per ottenere il beneficio

Dalla finta casalinga alla richiedente con il marito in carcere, fino alle dichiarazioni false su residenza e reddito. In 4 mesi erogate somme per più di 200mila euro a chi non aveva diritto alla carta Rdc

Le fiamme gialle beriche, nel corso di decine e decine di controlli dall’inizio dell’anno, hanno individuato 21 casi di illecita percezione del reddito di cittadinanza, con denuncia di 19 soggetti beneficiari per aver dichiarato il falso o effettuato omissioni nella dichiarazione sostitutiva unica, proponendo all’Inps il blocco delle distinte posizioni controllate e all'autorità giudiziaria il recupero delle somme erogate per un totale pari circa 205 mila euro.

L’indagine ha interessato quasi tutto il territorio della provincia, in particolare, il capoluogo berico e i comuni di Bassano del Grappa, Arzignano, Montecchio Maggiore, Marostica, Rosà, Breganze, Romano d’Ezzellino, Cornedo Vicentino, Villaverla, Zugliano. Per 12 soggetti è stata accertata la dichiarazione di falso in merito allo stato di residenza ai fini dell’ottenimento del beneficio

Gli stratagemmi per ottenere il reddito di cittadinanza: tutti i casi 

VICENZA

Il nucleo polizia economico finanziaria di Vicenza ha segnalato alla procura calabrese una beneficiaria di Rdc che, al momento di presentazione dell’istanza, aveva omesso di dichiarare lo stato di restrizione personale in carcere presso il carcere di Vicenza del coniuge, così beneficiando di oltre 11 mila euro, arricchimento indebito a seguito del quale è stata inoltrata all’Inps. richiesta di revoca del contributo. Per omesse informazioni afferenti la posizione d’impiego ai fini dell’ottenimento di RdC, militari hanno poi deferito alla procura berica un soggetto di nazionalità serba residente a Vicenza che, avendo omesso di dichiarare entro 30 giorni dall’avvio l’attività lavorativa intrapresa, ha beneficiato di somme indebite di contributo per quasi 15mila euro. 

ALTO VICENTINO

In un primo caso, un cittadino del Mali, già anagraficamente residente a Villaverla, al momento della presentazione della richiesta di beneficio è risultato non essere in possesso del requisito di residenza minima da dieci anni in Italia oltre che anagraficamente irreperibile da agosto 2020. Le fiamme gialle di Thiene hanno inoltre segnalato una cittadina di origini brasiliane già residente a Breganze, ma cancellata dalle liste anagrafiche del comune da maggio 2019 per irreperibilità, contestando alla stessa indebiti benefici.

Per omissioni nell’ambito della domanda di contributo, in particolare connesse alla variazione del proprio nucleo familiare con relative modifiche patrimoniali, in parte legate alla mancata comunicazione di uno dei componenti della immediata disponibilità al lavoro presso il centro per l’impiego, finanzieri della tenenza di Thiene hanno poi segnalato una cittadina di nazionalità tunisina residente a Zugliano per indebita percezione da marzo 2020 a gennaio 2022 di somme per circa 25mila euro.

BASSANO

I finanzieri di Bassano hanno accertato ben 8 violazioni commesse da altrettanti soggetti residenti in comuni del Bassanese. In particolare, 5 soggetti residenti in città (una di origini albanesi, uno del Mali, due di origini brasiliane e una originaria della Repubblica Dominicana), mediante presentazione di documenti attestanti cose non vere e con omissione di informazioni dovute, hanno complessivamente conseguito contributi indebiti per diverse migliaia di euro. Nell’ambito della medesima attività ispettiva, 3 soggetti – dei quali 2 residenti a Marostica (uno originario della provincia di Bolzano e uno del Camerun) e 1 soggetto residente in Rosà, ma originario del Ghana – hanno indebitamente percepito complessivi contributi per decine di migliaia di euro. 

Nel corso di ulteriori controlli, i finanzieri bassanesi hanno segnalato un soggetto di origini marocchine residente a Bassano del Grappa risultato aver dichiarato falsamente di possedere un permesso di soggiorno della tipologia “soggiornanti di lungo periodo” mentre invece era in possesso di uno della tipologia “motivi familiari” non prevista dalla normativa del settore per l’erogazione del beneficio. I militari hanno poi denunciato alla procura berica un soggetto residente a Marostica che, al momento della presentazione della domanda, aveva omesso di dichiarare l’acquisto da parte del figlio - in seno al proprio nucleo familiare - di un motoveicolo Kawasaki Z650, immatricolato per la prima volta nei due anni antecedenti l’istanza. Infine le fiamme giale hanno altresì scovato una beneficiaria residente in Romano d’Ezzellino, che aveva omesso di dichiarare la posizione di impiego del coniuge, così avvantaggiandosi dal 2019 al 2021 di circa 33 mila euro.

ARZIGNANO

I finanzieri di Arzignano, nel corso di 2 distinti controlli, hanno invece appurato che una beneficiaria di origini rumene, ma residente in Cornedo Vicentino, avesse dichiarato il falso in merito al requisito di residenza in Italia da almeno 10 anni, così indebitamente percependo nel periodo gennaio/dicembre 2021 un contributo complessivo di Rdc per diverse migliaia di euro. I medesimi militari hanno poi scoperto una cittadina di nazionalità nigeriana ma residente in Arzignano che aveva falsamente dichiarato una residenza per almeno 10 anni in Italia, di cui 2 in modo continuativo, così conseguendo un indebito beneficio per qualche migliaia di euro. Infine, le fiamme gialle di Arzignano, dopo gli accertamenti su percettori/richiedenti Rdc residenti nel locale insediamento nomadi, hanno eseguito due decreti di sequestro preventivo delle somme percepite indebitamente pari a 27mila euro - nonché della card attraverso la quale veniva erogato il contributo - a carico di due delle tre persone controllate per le quali erano state complessivamente contestate indebite percezioni per oltre 45 mila euro.

In un primo caso, la beneficiaria, al momento di presentazione della domanda, aveva falsamente dichiarato che il compagno convivente fosse “non occupato”, sebbene i successivi approfondimenti avevano consentito di appurare che questi fosse titolare di una ditta individuale dal 2011. La donna ha ricevuto indebitamente circa 15.200 euro sui quali è stata recentemente eseguita una misura cautelare di una parte della somma e di un autoveicolo. Nel secondo caso, invece, la beneficiaria, sempre residente nel campo nomadi, sebbene titolare dal 2017 di ditta individuale attiva nel settore di supporto alle imprese, aveva falsamente dichiarato di essere “non occupata” ai fini dell’ottenimento del contributo, percependo un indebito vantaggio di 11.800 euro, sui quali sono state recentemente cautelate a garanzie delle pretese erariali disponibilità finanziarie per gran parte della somma. Nel terzo caso di posizione irregolare, per il quale gli approfondimenti sono ancora in corso, i finanzieri hanno acclarato che una donna era risultata priva dei previsti requisiti essendosi dichiarata falsamente “casalinga”. Sia lei che il compagno convivente – anche lui dichiarato non occupato – erano dal 2017 titolari di ditte individuali con percezioni di redditi complessivi per circa 240.000 euro, contestando così agli stessi un indebito avvantaggiamento economico per quasi 18.600 euro.

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