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Cronaca Recoaro Terme

"Teniamo le luci accese": la petizione on line per salvare Recoaro

La società Terme di Recoaro spa, che gestisce il compendio termale sulle prealpi vicentine chiuderà, come previsto da una legge regionale. I cittadini si mobilitano on line

Una petizione on line per salvare le terme di Recoaro. Forse l'ultimo, estremo, tentativo di salvare un patrimonio pubblico dal suo inarrestabile declino che dura ormai da oltre 30 anni. L'obiettivo sono le 1000 firme ed, in pochi giorni, ne sono già state raccolte la metà. 

FIRMA LA PETIZIONE  

"La comunità chiede che la soppressione delle società che gestiscono il Compendio Termale di Recoaro Terme, prevista dalla legge regionale 29 novembre 2013, n. 29 (BUR n. 103/2013), non comporti la chiusura e la vendita del suo patrimonio. L’acqua è un bene comune, sancito da un referendum popolare, appartiene alla comunità ed è parte integrante del sistema ecologico, alimentare e sanitario che la comunità deve servire. Chiediamo che si progetti la rivalutazione e il rilancio di questo gioiello nazionale, attuando le promesse che si sono susseguite per decenni, impiegando i fondi delle società soppresse e altri disponibili, come, ad esempio, i fondi europei. Chiediamo altresì che ogni decisione e sviluppo avvenga con assoluta trasparenza, attraverso l’informazione, la consultazione e la partecipazione della comunità. A prescindere dalle decisioni future, vi sono cose che non possono assolutamente attendere, pena la perdita di valori storico-architettonici importanti: chiediamo di intervenire subito, con procedimento d’urgenza, per mettere in sicurezza Villa Tonello, attualmente fatiscente al punto che potrebbe rappresentare un pericolo e potrebbe non sopravvivere alla stagione invernale".  

LA STORIA DI UN DECLINO  “Adagiato sul fondo di una conca naturale di boschi e prati cosparsi da una miriade di contrade, che gli abitanti orgogliosamente chiamano Conca di Smeraldo; circondato da un anfiteatro di pareti rocciose frastagliate conosciuto come le Piccole Dolomiti; c’era una volta, c’è e speriamo continui ad esistere: Recoaro Terme…”

Il paese termale può vantare un passato glorioso grazie alle sue acque minerali che sgorgano in uno scenario mozzafiato. Personaggi illustri della cultura, come il compositore Giuseppe Verdi e il filosofo
Friedrich Wilhelm Nietzsche, vi soggiornarono, apprezzandone la bellezza. Si può immaginare quanta ispirazione abbiano trovato in questo luogo incantevole delle Prealpi venete. L’epoca d’oro vide nascere strutture termali per accogliere il flusso di visitatori, tra le quali Villa Tonello, conosciuta anche come Villa Margherita, perché vi soggiornò la Regina Margherita di Savoia con il figlio Vittorio Emanuele nell’estate del 1879. La villa fu costruita in stile Liberty fra il 1863 e il 1866, da un progetto dell’architetto vicentino Antonio Caregaro Negnin. Ora, le acque curative, le annesse attività sanitarie e le strutture immobiliari rischiano di andare perdute.

Già negli anni ottanta lo stato
privatizzò gli impianti produttivi di imbottigliamento delle acque minerali, sulla testa della comunità, che chiedeva che rimanessero pubblici, costituendo una cooperativa. Venduto a Giuseppe Ciarrapico, imprenditore romano dal passato giudiziario conosciuto, lo stabilimento finì poi nelle mani di un concorrente, San Pellegrino, che ne ridimensionò drasticamente la produzione, ditta poi acquisita dal colosso multinazionale svizzero Nestlè, tuttora proprietaria: oggi lo stabilimento è l’ombra di quello che era stato. Negli ultimo decenni, Recoaro Terme ha sofferto un declino demografico causato dalla mancanza di lavoro, circa 2000 abitanti in meno (intorno al 25% della popolazione): oggi conta circa 6500 abitanti. È uno dei paradossi dell’essere umano: l’esodo della popolazione dalle periferie alle grandi città, per aumentare la congestione e l’inquinamento, mentre si espropriano e si perdono risorse naturali che hanno sempre ben servito la comunità locale in armonia con la natura. Pubbliche rimangono ancora le sue fonti di acque minerali curative, di proprietà della Regione Veneto.

Ma adesso, anche questo bene comune naturale, che riguarda pure la salute della popolazione locale e nazionale, corre il rischio di chiusura, vendita (o svendita), per far cassa. La recente legge regionale 29 novembre 2013, n. 29 (
BUR n. 103/2013) stabilisce la soppressione delle società che gestiscono il compendio termale (perché ritenute inutili), sancendo, di fatto, il fallimento delle ‘società partecipate’, la cui nascita doveva rappresentare l’efficienza contro l’inefficienza della gestione pubblica. Per il patrimonio da esse gestito, la Regione Veneto deciderà entro breve: alienazione o valorizzazione. Momento estremamente cruciale per questo bene importante per la comunità locale e nazionale, anche dal punto di vista del valore storico-architettonico - Villa Tonello sta cadendo a pezzi nell’indifferenza generale delle autorità preposte. Aiutateci a salvare questo bene comune, gioiello nazionale, e a chiedere con forza l’urgente intervento di messa in sicurezza di Villa Tonello, firmando la presente petizione e divulgando questa iniziativa. Le acque curative e il patrimonio storico-architettonico, ambientale e culturale appartengono ad abitanti e visitatori, la sua perdita è una perdita per tutti. Aiutateci a tenere le luci accese su Recoaro Terme!"

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