Quinto, denunciato cacciatore di frodo di merli e uccelli rari
A finire nei guai è stato un ottantenne: le guardie zoofile gli hanno trovato con una "caponara" ma anche con attrezzature di "ultima generazione"
Renzo Rizzi portavoce CPV ha aggiunto:
“il bracconaggio legato alla catture di uccelli selvatici ha raggiunto in Veneto livelli record, con un mercato in continua crescita, non solo uccelli da richiamo per la caccia ma anche specie protette di ogni tipo si trovano in vendita dai grossisti specializzati, quindi non solo allodole, tordi, cesene o altre specie cacciabili ma anche frosoni, pispole, prispoloni, pettirossi, cinciallegre, cince more cardellini, passere scopaiole ecc..ecc… insomma pur in molti casi non essendoci allevamenti il mercato pullula di uccelli protetti”.
“Come hanno dimostrato le recenti indagini dei carabinieri-Forestale in provincia di Vicenza e Treviso la maggior parte degli anelli che "indossano" i malcapitati uccelli sono platealmente falsi, è un mercato che muove svariati milioni di euro nella nostra regione, tanto che anche le organizzazioni mafiose ci hanno messo il naso, ha delle similitudini al mercato della droga, me se vogliamo contempla più reati, che vanno dal furto ai danni dello Stato, alla ricettazione, alla truffa, alla alterazione di sigilli e al maltrattamento di animali.”
“si stima ad esempio, che nella sola provincia di Vicenza per saziare l’appetito dei cacciatori servano intorno ai quarantamila uccelli all’anno, con un valore medio cadauno di 80/100 euro, mentre non è possibile stimare il mercato dei collezionisti ornitologi, che comprano specialmente uccelli di specie particolarmente protetta; mentre è certo che di questi uccelli solo il dieci per cento arriva da allevamenti autorizzati, tutti gli altri sono animali prelevati illegalmente in natura”.
“I grossisti che si ingrassano con questo malaffare, creano anche un patto con dei fidatissimi piccoli catturatori dislocati nel territorio i quali, garantiscono il rifornimento continuo delle varie specie di uccelli che il mercato richiede, il patto tra grossista e i suoi tentacoli non è scritto ma deve funzionare perché a nessuno conviene interromperlo.”
“La responsabilità di questa deriva va ricercata nella mancanza totale di attenzione da parte delle istituzioni Regionali, che sono deputate a legiferare in maniera restrittiva per salvaguardare la fauna selvatica, anzi la Giunta Zaia fa il contrario, legifera sempre in maniera più permissiva, non si capisce bene se la nostra Giunta Regionale lo faccia perché è continuamente sotto scacco della lobby venatoria più estremista, oppure se ci vada a braccetto… per cui ritengo che sotto l’aspetto della salvaguardia dei beni comuni e la tutela della fauna selvatica, la nostra Regione non può essere annoverato tra i paesi civili”.