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Cronaca

Da giugno senza stipendio: sciopero a oltranza alle Poste

Per oltre 70 giorni dall'inizio dell'anno, le lavoratrici che svolgono le pulizie negli uffici postali di tutta la provincia Vicentina, hanno incrociato le braccia. I sindacati chiedono l'intervento urgente di Poste Italiane

Riprendono gli scioperi ad oltranza per una quarantina di lavoratrici dipendenti della Ditta Se.G.i SRL addette ai servizi di pulimento e sanificazione degli uffici postali della provincia di Vicenza. La mobilitazione è stata indetta dai sindacati di categoria Filcams CGIL, Fisascat Cisl, Uil Trasporti per denunciare la situazione oramai divenuta insostenibile per le lavoratrici e le loro famiglie occupate nell’appalto.

Il datore di lavoro, Se.Gi SRL, che ha chiesto il Concordato Preventivo presso il Tribunale, per manifesta ammissione ad oggi non è in grado di pagare gli stipendi (oramai tre mensilità). Le lavoratrici oltretutto da tempo stanno operando senza gli strumenti per svolgere l’ attività in sicurezza, sprovviste anche di prodotti per effettuare le pulizie (guanti e detergenti), mettendo a rischio la loro stessa incolumità.

«Ci preoccupa il silenzio assordante di Poste Italiane, che nonostante le numerose segnalazioni, richieste di incontro, anche in Prefettura e presso la Direzione del lavoro della Regione Veneto, non è intervenuta in alcun modo. Di fronte allo stato di degrado in cui versano gli Uffici Postali della Provincia, segnalato anche dall’utenza ai mezzi di informazione, le lavoratrici segnalano a Filcams, Fisascat e Uil Trasporti la presenza di personale addetto alle pulizie estranee alla Ditta Se.Gi. SRL», spiegano i sindacati. . 

La triplice chiede l’immediato interessamento da parte di Poste Italiane, invitando le istituzioni e i partiti politici a interessarsi della situazione. Le Organizzazioni Sindacali, comunicano di essere comunque «determinate ad utilizzare tutti gli strumenti consentiti dalle normative vigenti per risolvere questa vergognosa situazione che si protrae da mesi a danno delle lavoratrici della Provincia, indegna del nostro territorio». 

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