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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Pornostar scomparsa, Federica Giacomini: "La testa era fracassata"

Un barcaiolo ha riferito agli investigatori di essere stato contattato tra fine gennaio e inizio febbraio da un uomo che si e' spacciato per biologo, il quale ha preso in affitto l'imbarcazione. L'avvocato: "E' lei"

In attesa dell'esame sul cadavere recuperato nelle profondità del Lago di Garda, continuano ad emergere dettagli sull'indagine. Chi ha gettato nel lago di Garda l'involucro con il corpo che si sospetta appartenga a Federica Giacomini, l'ex attrice hard scomparsa da Vicenza lo scorso febbraio, lo ha fatto con l'aiuto inconsapevole di un barcaiolo di Castelletto di Brenzone. Lo ha accertato la polizia di Vicenza che indaga sulla vicenda. Il barcaiolo ha riferito agli investigatori di essere stato contattato tra fine gennaio e inizio febbraio da un uomo che si e' spacciato per biologo, il quale ha preso in affitto l'imbarcazione (con relativo conducente) con la scusa di dover effettuare degli esperimenti.

Aggiornamento ore 20: Si tratterebbe di omicidio volontario. Un particolare non ha lasciato piu' dubbi agli investigatori della 'mobile' di Vicenza: l'assenza della falange del quarto dito della mano destra, menomazione che Federica aveva fin da giovane. Ma anche il volto, le cui sembianze permettevano ancora il riconoscimento della donna, come ha subito affermato il suo legale, Paolo Mele. "Al di la' dell'accertamento di natura biologica e dell'approfondimento in ambito genetico - ha detto -, per la conoscenza che ho della persona, salvo non sia una sosia, per me e' piu' che verosimile che sia Federica Giacomini". Piu' tardi conferme sono giunte anche dalla Questura di Vicenza. Il Questore Angelo Sanna ha voluto elogiare il lavoro di mesi condotto dai propri uomini: "nessuno credeva a una soluzione positiva di questo caso - ha detto - ma alla fine la perseveranza degli investigatori l'ha avuta vinta". 

Aggiornamento ore 18. Anche le forze dell'ordine confermano: il cadavere ripescato nel lago è proprio quello di Federica, a confermarlo sarebbe lo stato di conservazione del volto della donna.

Aggiornamento ore 16:00: Al di la' dell'accertamento di natura biologica e dell'approfondimento in ambito genetico, per la conoscenza che ho della persona, salvo che non sia una sosia, per me e' piu' che verosimile che sia Federica Giacomini". L'ha detto poco fa l'avvocato Paolo Mele, legale della famiglia, dopo essere uscito dall'Istituto di medicina Legale di Padova. "Quello che mi interessava nel venire qui oggi - ha proseguito Mele, interpellato dall'ANSA - non era tanto la procedura autoptica, ma intanto se dentro quel sacco ci fosse un corpo umano, se questo corpo era di sesso femminile, come nel caso di specie lo e', e soprattutto se poteva verosimilmente essere Federica Giacomini. Purtroppo queste mie tre attese sono state soddisfatte". "Ora vado dai genitori - ha continuato il legale - per condividere questo momento. L'importante e' riuscire a trovare un posto finalmente dove collocare questa loro unica figlia, e dar loro la possibilita' di avere ristoro attraverso la preghiera. Poi il processo si vedra', le responsabilita' si vedranno, sulle cause della morte ovviamente non posso dire nulla visto che e' un aspetto legato al segreto istruttorio - ha concluso - di cui dira' in seguito la Procura".

La bara di plastica, ha raccontato il barcaiolo, aveva in effetti alcuni congegni (pulsanti e antenne) che potevano far credere che si trattasse di una strumentazione funzionante. Il finto biologo ha chiesto di essere accompagnato in un punto ben preciso del lago, particolarmente profondo. Poi i due hanno gettato in acqua l'involucro. La mobile di Vicenza ha accertato che Franco Mossoni, l'ex compagno della donna sospettato dell'omicidio, era stato visto diverse volte a Castelletto nei giorni della scomparsa di Federica, con camuffamenti vari: una volta con una parrucca, in un'altra occasione con una barba posticcia. Il sospetto e' che il sedile anteriore della Fiat Punto dell'uomo, recuperata piu' tardi dagli investigatori, sia stato tolto (e sostituito con una sdraio) non tanto per occultare le tracce del delitto quanto per trasportare la bara di plastica. 

Il trasporto, si rileva ancora, deve essere avvenuto nelle ore immediatamente successive alla morte della donna, visto che il barcaiolo ha affermato di non aver percepito alcun odore particolare fuoriuscire dall'involucro. Non si esclude percio' che tutta la complessa operazione per l'assemblaggio del finto 'congegno' subacqueo sia stata compiuta addirittura prima del delitto, aprendo quindi la strada all'ipotesi della premeditazione. Quando la polizia ha aperto l'involucro vi ha trovato all'interno una serie di sacchi di plastica chiusi da nastro adesivo ad avvolgere quello che appare un corpo umano, insieme a pezzi di legno e a un forato di cemento servito per 'zavorrare' il tutto. Un manufatto, dunque, particolarmente pesante. Circostanza che apre una ulteriore ipotesi. E cioe' se l'assassino sia stato aiutato da un complice nelle fasi del trasporto.
 
L'involucro e' stato immediatamente portato ad una temperatura di -80 gradi e recapitato all'Istituto di medicina legale di Padova dove nel pomeriggio sara' aperto. Ci si aspetta che il corpo si trovi in avanzato stato di decomposizione per la lunga permanenza in acqua. Sara' probabilmente difficile capire sia il sesso che l'eta' della vittima e quali lesioni ne possano aver causato la morte. Ci si affidera' dunque soprattutto all'esame dell'arcata dentale e al dna, i cui riscontri si avranno non prima di martedi' prossimo. 

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