rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Trissino

Pfas, «Miteni ha deciso sul tipo di bonifica»: cosa hanno fatto Regione, sindacati e magistratura?

Una associazione ambientalista, il Covepa, denuncia l’assenza di motivazioni serie nella scelta dei criteri preliminari per la bonifica: Regione Veneto e Provincia berica nel mirino, e non solo

Tanto che Follesa non le manda a dire nemmeno alle toghe: «È una cosa che mi lascia sconcertato. Voglio che qualcuno mi spieghi come mai la magistratura d’imperio non abbia deciso esa stessa quale caratterizzazione adottare assumendo il fatto che dai pm uno si aspetta che abbiano a cuore che la parte tecnica dell’accertamento penale sia la più incisiva possibile».

Poi Follesa, come gli capita spesso passa al sarcasmo: «Ora se leggiamo quel benedetto verbale del 17 luglio 2017 notiamo che a quell’incontro, l’incontro un cui gli enti stabiliscono la entità di quella dannata maglia troviamo pure i delegati di Miteni, tra cui un manager che è pure indagato. A questo punto, mutatis mutandis, vi immaginate che cosa succederebbe se ad un indagato per spaccio internazionale di stupefacenti durante una perquisizione si chiedesse, scusi posso aprire questo cassetto? Posso guardare sotto questo materasso? Lei è d’accordo? Ora - spiega ancora l’architetto - è chiaro che se la caratterizzazione segue un iter di natura amministrativa il privato, seppure indagato ha senza dubbio il diritto di essere presente al tavolo. Ma poiché c’è una indagine penale perché quel vaglio la magistratura non lo ha ordinato bypassando l’iter burocratico tipico della procedura amministrativa visto che nella procedura penale l’acquisizione delle prove dà al magistrato una libertà di azione drammaticamente più vasta rispetto a quella tipica dell’ambito amministrativo?».

Detto in altri termini perché la magistratura coi poteri tipici dell’azione penale di fatto non ha limiti per l’acquisizione delle prove se non quelli stabiliti dalla legge (sequestri, accertamenti tecnici e simili sono la prassi) ha deciso di mettersi in scia a Regione, provincia berica e Comune di Trissino?

LA STILETTATA AL SINDACATO

A onor del vero l’ultima bordata il portavoce l’ha riservata per i sindacati del settore chimico (Uil-Uiltec, Cisl-Fema e Cgil-Filctem). «Apprendiamo dai media della esortazione Filctem regionale e provinciale in modo che i cittadini che si ritengano colpiti dalla contaminazione da Pfas facciano ricorso alla giustizia, e penale e civile, affinché siano colpite eventuali responsabilità e affinché siano ristorati eventuali danni. Ma come mai fino ad oggi la triplice non ha presentato denunce in procura facendo in modo che i lavoratori di Miteni, che hanno nel sangue concentrazioni di Pfas a livello stellare, si dichiarassero in una col sindacato, parte offesa? E perché i signori della triplice non hanno agito contro la Miteni non tanto davanti al giudice del lavoro, quanto da attori in sede civile per chiedere alla fabbrica i danni patiti dai lavoratori anche solo in termini di ansia?

LA BACCHETTATA DEL M5S

Al briefing ha partecipato anche il consigliere regionale del M5S Manuel Brusco che si è detto molto critico nei confronti dell’operato della Regione. «Da sempre sosteniamo che la decisione di adottare una caratterizzazione a maglia larga per buona parte del sedime aziendale sia stata una scelta improvvida che ha finito per avvantaggiare solo Miteni. Alla luce di quanto evidenziato in queste ore dal Covepa ci attiveremo per chiarire ogni aspetto di una vicenda che appare ancora oggi opaca».

LA PREOCCUPAZIONE DEI GENITORI

E di opacità parla anche il coordinamento dei genitori no Pfas (meglio noto come mamme «No Pfas») il quale questa mattina era pure davanti alla Miteni con un suo gruppo di rappresentanti: «Perché si è deciso di ordinare un controllo del sottosuolo di Miteni usando una griglia di scavo più larga di quella prevista inizialmente?» si è domandata Giovanna Dal Lago una delle mamme attive sul fronte della contestazione della fabbrica, la quale ha indirizzato un monito a Zaia, alla Regione e agli altri enti coinvolti: «Non c’è chiarezza. E chi ce la può dare questa chiarezza se non le nostre istituzioni?». Chi scrive ha chiesto il punto di vista dei soggetti più interessati dalla critica del Covepa (ovvero assessorato regionale e assessorato provinciale all’ambiente, referato all’ecologia del Comune di Trissino, Cgil-Filtec). Questi ultimi però, almeno per il momento, hanno preferito non precisare il loro punto di vista.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Pfas, «Miteni ha deciso sul tipo di bonifica»: cosa hanno fatto Regione, sindacati e magistratura?

VicenzaToday è in caricamento