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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Patenti facili a stranieri in cambio di denaro: il "boss" viveva nel Vicentino

L'affare poteva fruttare, per ogni candidato presentato, dai 2.000 ai 3.000 euro

Un'articolata indagine sviluppata dalla Polizia locale di Verona in sinergia con la Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Vicenza ha portato allo scoperto un’organizzazione ben oliata e ramificata sul territorio italiano che proponeva di far ottenere, con facilità, la patente di guida a persone straniere che non capivano e spesso non parlavano la lingua italiana: un affare che poteva fruttare, per ogni candidato presentato, dai 2.000 ai 3.000 euro.

Al vertice dell'organizzazione un uomo pakistano, S.N., con casa in un paese della provincia di Vicenza, che si avvaleva di una folta rete di procacciatori d’affari sparsi nelle regioni del nord Italia, ma con qualche cellula anche nel Lazio. 

Grazie a questa fitta rete di persone che, girando per le varie comunità pakistane e indiane, si proponevano quali intermediari per l’ottenimento di patenti di guida italiane, il "boss" era riuscito a costruirsi un’ottima reputazione e molti connazionali lo contattavano sicuri che, grazie a lui, avrebbero ottenuto la patente. 

Un'organizzazione perfetta

Il pakistano offriva un pacchetto completo e allettante: una volta concordato il prezzo, era lui ad occuparsi, unitamente ai più stretti collaboratori, di tutta la parte burocratica: prenotava le visite mediche e portava il candidato nelle scuole guida curando l’iscrizione e concordando la data in cui lo stesso doveva presentarsi per svolgere la prova. La mattina dell’esame il pakistano recuperava la persona e gli consegnava una felpa, un giaccone o una camicia contenente una microcamera. Successivamente inseriva un micro-auricolare nell’orecchio e dava le istruzioni sul comportamento da tenere in aula durante l’esame. Unico compito del candidato era di sedersi alla postazione, posizionare il monitor con le domande a favore della microcamera e attendere le risposte.

Tutto talmente organizzato e sicuro che il pakistano ha visto, in poco tempo, aumentare le richieste da parte di connazionali, allargando il proprio giro d’affari in particolare in molte province del Nord Italia. Dagli atti dell’indagine è risultato addirittura che alcuni candidati siano stati trasportati, per superare la prova d’esame, da Vicenza fino a Roma.

Nell’eventualità che il candidato venisse scoperto, sarebbe stato comunque difficile risalire all’organizzazione, in quanto i telefoni utilizzati e posizionati negli indumenti erano governati da remoto e le schede sim utilizzate per le chiamate, intestate al candidato stesso. Nulla quindi poteva portare al capo dell'organizzazione e quando i candidati venivano scoperti, il singolo fatto reato veniva trattato da solo e difficilmente veniva collegato ad altri episodi che magari erano accaduti a molti chilometri di distanza.

Tutto funzionava perfettamente fino a quando, a maggio del 2022, gli uomini del laboratorio analisi documentale della Polizia locale di Verona, agli ordini del comandante Altamura, durante una sessione d’esame, hanno scoperto un cittadino pakistano che proprio durante la prova di teoria stava utilizzando una microcamera. Un episodio che ha dato il via, grazie al materiale rivenuto, ad un’indagine che, come in un puzzle, ha visto unirsi tanti pezzi fino a quel momento non collegati tra loro. Di fondamentale importanza è stato un primo scambio info-operativo avvenuto tra la Polizia Locale veronese e gli uomini della Squadra di Polizia Giudiziaria della Polizia Stradale di Vicenza, che ha portato a diversi punti in comune su fascicoli trattati dai due organi e che ha permesso di unire ulteriori pezzi di un unico disegno criminoso. 

Sono così iniziate le indagini, coordinate dal procuratore Ottaviano Gennaro che nei mesi hanno portato a controlli e pedinamenti che a volte si sono spinti fino alla provincia di Sondrio. Sono state inoltre delineate le scuole guida in cui il "boss" era uso appoggiarsi per l’iscrizione dei candidati e i luoghi in cui era uso acquistare il materiale elettronico. 

Le perquisizioni

Nel mese di ottobre sono scattate le perquisizioni che hanno portato al ritrovamento di diversi telefoni cellulari, schede sim card, auricolari, magliette e mascherine FFP2 già predisposte con telecamere e micro fori, router Wi-Fi insieme a tutto il necessario per la fabbricazione ed il montaggio degli apparati elettronici, pratiche di iscrizioni presso scuole guida già compilate e pronte ad essere presentate, agende con la rendicontazione dei guadagni ottenuti con l’attività illecita, fototessere, copie di documenti di persone extracomunitarie, certificati anamnestici, una somma pari a 4.750 euro in banconote di vario taglio celati e nascosti nella camera da letto oltre che a documenti falsi, di pregevole fattura già stampati e pronti all’uso.

Tra i documenti sequestrati, oltre a quelli di cittadini pakistani ed indiani, sono stati rinvenuti anche documenti di soggetti asiatici, sintomo quest’ultimo che l’organizzazione si stava aprendo anche a nuovi “clienti”.

L’indagine, che ha visto coinvolte le Province di Brescia, Vicenza, Bergamo, Cremona, Sondrio, Udine e Roma, ha portato al deferimento, in varie Procure d’Italia, di 8 persone (1 a Verona, 2 a Vicenza, 2 a Trento, 2 a Bergamo ed 1 a Sondrio). Sono attualmente al vaglio le posizioni di ulteriori circa 40 persone, coinvolte a vario titolo. Per alcune decine di candidati verrà proposto alle Motorizzazioni civili di competenza l’annullamento della patente di guida ottenuta indebitamente con la revisione della patente di guida per la verifica dell’idoneità tecnica alla guida.

Il plauso del governatore Zaia

"La sicurezza stradale parte anche dalla formazione - ha dichiarato il governatore complimentandosi con l'operato svolto dalle forze d'ordine - inaccettabile che la patente potesse essere ottenuta senza sapere le basi normative e le regole della strada. Le forze dell'ordine, con le quali la Regione collabora in numerosi progetti di sicurezza stradale, non possono che essere ringraziate per l'impegno e la professionalità dimostrate anche in questa operazione".


 

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