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Cronaca Anconetta / Via Maffeo Todeschini

Omicidio dell'agnello: l'assassino scrive e chiede perdono

Salvatore Cipoletta, 53 anni, ha contattato con una lettera i famigliari per scusarsi di aver ucciso il marito della figlia, lo yemenita Haidar Rohay Ahmed Al Tawil, 28

"Non volevo ucciderlo, era un bravo ragazzo. Per colpa dell'alcol e delle pastiglie, ora i miei nipotini non hanno più un padre. Perdonatemi, senza il vostro affetto sono un uomo distrutto". 

Scrive così ai famigliari Salvatore Cipoletta, il pensionato di 53 anni, che martedì sera ha freddato con un colpo di pistola il genero yemenita Haidar Rohay Ahmed Al Tawil, 28 anni, marito della figlia e padre dei suoi due nipoti. L'omicidio è avvenuto in via Todeschini, nel quartiere Anconetta di Vicenza, poco prima delle 19, al termine di una lunga lite sul rito del sacrificio dell'agnello. E' emerso subito, però, che i due erano legati anche da rapporti di droga. I DETTAGLI  

Omicidio a Vicenza: le immagini



Nel corso di venerdì, avrà luogo l'interrogatorio di Cipoletta al San Pio X e l'avvocato Elena Peron potrebbe chiedere per lui la detenzione domiciliare, visto che ha sin da subito fornito un'ampia confessione, oltre ad aver chiamato lui stesso le forze dell'ordine per farsi arrestare. Nelle stesse ore, verrà svolta anche l'autopsia sul cadavere del giovane, per accertare che la morte sia avvenuta per il colpo di pistola. 

L'arma, una "Derringer" modificata e con la matricola abrasa, era un altro punto che Cipoletta doveva chiarire agli inquirenti: l'avrebbe comprata nel 2001 da un albanese, a Castelgomberto, e custodita in garage sino al momento del delitto, quando, per la rabbia, l'avrebbe "riesumata". L'uomo aveva già precendenti per possesso illegale di arma da fuoco, oltre che per reati legati alla droga. 

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