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Cronaca

Nutrie in trappola per giorni e poi uccise a sangue freddo: scatta la denuncia

Nei guai la ditta incaricata alla soppressione per i metodi usati in contrasto con le linee guida della legge regionale

«Le gabbie, una volta attivate, devono essere controllate almeno una volta al giorno. Il controllo giornaliero è richiesto al fine di non procurare inutili sofferenze agli animali catturati e di verificare la presenza nelle gabbie di animali non bersaglio” e ancora “ la soppressione con metodo eutanasico, deve avvenire nel minor tempo possibile dal momento della cattura ed evitando inutili sofferenze all’animale»

Queste sono le e linee guida della legge Regionale n°15 del 2016 sulle misure per il contenimento finalizzato alla eradicazione della nutria (Myocastor Coypus). Ma il castorino d'acqua a Vicenza subisce ben altra sorte, dove le "inutili sofferenze" sembrano essere pratica consolidata e comune. Siamo in centro a Vicenza, a Borgo Berga. Le Guardie Zoofile Enpa si stavano occupando di verifiche sulla sparizione di alcuni gatti. Qualcuno ipotizzava che potessero c'entrare le gabbie di cattura per i castori d’acqua, una delle quali posizionata a centocinquanta metri dal Tribunale, dietro al palazzo della Forestale, ma in bella vista sopra l’argine del fiume, in zona chiusa e transennata in quanto cantiere. «Quello che emerso già dalle prime verifiche lascia sconcertati - spiega l'ispettore Regionale delle Guardie Zoofile Renzo Rizzi - essendo area di cantiere, nessuno poteva accedervi nel fine settimana, ma le gabbie trappola rimanevano armate, per cui qualsiasi animale d’affezione o selvatico ci fosse finito dentro doveva stare nella gabbia, all’addiaccio senza acqua ne cibo potenzialmente per tutto il fine settimana, solo il lunedì mattina avrebbe conosciuto la sua sorte».

Per accertare questo stato di cose e cristallizzare questo modo di operare le Guardie Zoofile hanno effettuato degli appostamenti, in un caso sono dovuti intervenire con la liberazione di un animale catturato che era nella gabbia da oltre 36 ore. Le successive indagini hanno portato a confermare questo stato di cose da parte dei soggetti interessati che hanno dato piena collaborazione. In pratica, le gabbie rimanevano attivate il fine settimana dal venerdì pomeriggio (chiusura cantiere) al lunedì successivo mattina, ma gli operatori degli abbattimenti intervenivano solo da lunedì a venerdì. Inoltre una cittadina sentita come testimone, ha dichiarato di provare tristezza e sofferenza nel vedere alla mattina presto il castoro scaricato a terra dalla gabbia, immobile perché intirizzito dal freddo e i due soggetti con un fucile con la canna lunga che gli sparano.

Le linee guida della legge Regionale spiegate prima sono precise e il castoro d’acqua che è originario del centro/sud America teme naturalmente le basse temperature, tenere un animale di questa specie all’interno di una minuscola gabbia all’esterno nel mese di gennaio per due giorni e altrettante notti senza cibo ne acqua corrisponde ad un grave maltrattamento. Che la cosa sia riportata nella legge Regionale e non venga rispettata ha messo in condizione e in obbligo le Guardie ENPA a comunicare il reato a carico di una nota ditta di disinfestazione Vicentina alla Procura della Repubblica, sono state segnalate anche altre violazioni minori, come ad esempio le gabbie trappola non erano autorizzate tramite “matricola identificativa visibile e inamovibile apposta a cura del soggetto pubblico autorizzatore competente”.

Renzo Rizzi, che ha seguito l’indagine si dice preoccupato dal fatto e ha dichiarato: «Se fatti come questi si verificano in un Comune civile come Vicenza, possiamo solo immaginare cosa sta avvenendo nei posti più remoti della Provincia, ci sono centinaia di gabbie trappola posizionate in luoghi impervi conosciti solo dai cacciatori autorizzati, quanti animali obbiettivo o non muoiono di stenti per i mancati controlli, ricordo solo un paio di casi che sono venuti alla luce lo scorso anno, un gatto nel Bassanese e un cagnolino a Malo, quest’ultimo è stato trovato morto dal proprietario dopo una settimana che mancava da casa. Per questo motivo daremo priorità alle guardie per il monitoraggio delle gabbie trappola in riferimento al controllo giornaliero da parte del soggetto incaricato».

Sull'aspetto delle uccisioni a sangue freddo, viste anche dai passanti, come ha raccontato una testimone, Rizzi ha sottolineato che «uccidere animali a fucilate sia sempre un grave errore in primis perché non si coniuga con la civiltà di un popolo e nel caso specifico tra l’altro vengono utilizzati dei fucili ad aria compressa, quelli in libera vendita, poco più di un giocattolo, che non garantisce quasi mai la morte del soggetto al primo colpo e manco al secondo. Soluzioni immediate, più corrette e senza spargere sangue ce ne sarebbero, ad esempio visto che gli animali vengono catturati con le gabbie trappola, quindi li abbiamo in mano, si possono agevolmente sterilizzare e rimettere nell’ambiente. Si è a conoscenza che questi castori sono molto territoriali e che non permettono intrusi nel loro gruppo, basta intervenire prima che abbiano superato la soglia di tollerabilità. I costi? Meno di quello che pagano i cittadini oggi per ucciderli»

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