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Cronaca

No Tav, fermati i leader di Askatasuna: nei guai attivisti del centro sociale Bocciodromo

Sono accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. L'operazione è partita da Torino

La Polizia di Stato di Torino, nell’ambito di un’articolata indagine sviluppata dalla locale Digos e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito, in collaborazione con gli omologhi Uffici info investigativi di Padova, Modena e Vicenza, 14 misure cautelari nei confronti degli storici leader di Askatasuna, Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli (entrambi “in carcere”), di due fra i principali referenti dell’ala più oltranzista del movimento No-Tav, E.S. ed O.F. (rispettivamente Divieto di Dimora nei Comuni della Val Susa ed Obbligo di Presentazione alla P.G.), di 7 noti militanti di Askatasuna, C.S., R.S., R.L., P.A., M.L., G.M. (Divieto di Dimora in provincia di Torino ovvero nei Comuni della Val Susa) e G.S. (Obbligo di Presentazione alla P.G.) nonché di 3 esponenti antagonisti di Modena, G.M. del centro sociale Guernica, di Parma V. A. e di Vicenza, E.G. del centro sociale Bocciodromo (Divieto di Dimora in provincia di Torino), resisi responsabili dei reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

Nel medesimo contesto operativo – coordinato dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione – sono state altresì eseguite dalla locale Digos n.16 perquisizioni delegate dall’Autorità Giudiziaria di Torino nei riguardi anche di alcuni militanti di Askatasuna denunciati in stato di libertà nel medesimo procedimento penale.

L'INTERVISTA AL DIRIGENTE DELLA DIGOS DI TORINO

I fatti risalgono allo scorso 27 luglio, allorquando, nell’ambito della 4^ edizione del “Festival dell’Alta Felicità” organizzato presso il presidio permanente di Venaus, circa 3.000 partecipanti alla Kermesse provenienti da diversi contesti territoriali, partiti da Venaus in corteo, raggiungevano il Comune di Giaglione, percorrendo il sentiero Gallo Romano (in violazione del provvedimento interdittivo emesso dal Prefetto di Torino) fino alla “cancellata metallica” preventivamente dislocata ad 1 km dall’area di interesse strategico nazionale di Chiomonte.

Nella circostanza, mentre un gruppo di facinorosi utilizzando flessibili e lanciando pietre creava un varco nella struttura metallica, circa 100 antagonisti travisati posizionatisi sulla parte alta della montagna lanciavano grosse pietre all’indirizzo dei contingenti di Polizia che si vedevano costretti ad utilizzare alcuni lacrimogeni (nell’occorso rimaneva anche ferito un operatore della Digos), ricompattandosi poi con gli altri nuclei delle forze dell’ordine dislocati nei pressi di un’altra cancellata metallica predisposta invece sul ponte del fiume Clarea a circa 100 metri dal cantiere di Chiomonte.

Dopo poco, i circa 3000 manifestanti, che nel frattempo erano riusciti a crearsi un varco e a ribaltare la cancellata predisposta sul sentiero Gallo Romano,  giungevano, in parte al Ponte Clarea, ed  in parte raggiungevano alcuni sentieri della parte alta della montagna lanciando con delle fionde circa 50 bombe carta.

Contestualmente, altri 300 manifestanti si posizionavano nella parte bassa del fiume Clarea, nei pressi dei piloni dell’autostrada, cercando di attraversare il fiume per raggiungere il perimetro del cantiere di Chiomonte, mentre un altro gruppo di facinorosi, travisati, si avvicinava al cancello sul ponte Clarea lanciando diverse pietre verso i contingenti dei Reparti Mobili che facevano uso di lacrimogeni disperdendo definitivamente i violenti.

Si fa infine presente che dall’attività investigativa della Digos è stato possibile evidenziare il particolare ruolo assunto dai leader di Askatasuna Giorgio Rossetto e Mattia Marzuoli che incitavano i facinorosi e coordinavano manifestamente tutte le condotte criminose, concorrendo altresì nella materiale esecuzione degli illeciti penali.  

In relazione alla notizia dell'indagine della Digos di Torino il sindaco di Vicenza Francesco Rucco ha dichiarato: "Abbiamo appreso la notizia con preoccupazione, perchè sapere che esponenti di spicco del Bocciodromo risultano coinvolti, anche se al momento solo a livello di indagine, non dà certo serenità. E' un'inchiesta che riguarda episodi di illegalità che non dovrebbero avere nulla a che fare con le finalità aggregative di certe realtà e che, comunque, colpiscono l'opinione pubblica. Sarebbe ancor più grave se tali fatti fossero confermati in sede giudiziaria. Attendiamo ulteriori sviluppi sulla vicenda e ci riserviamo di verificare se questa inchiesta potrà eventualmente avere delle conseguenze sulla concessione dell'immobile di via Rossi".

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