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Cronaca

No Monsanto day: a Vicenza iniziativa contro gli Ogm e in difesa della biodiversità

Una trentina di attivisti hanno fatto un’iniziativa di informazione dei consumatori all’interno di un supermercato a Borgo Berga, applicando delle etichette che segnalano la possibile presenza di Ogm in alcuni prodotti

Giornata internazionale di boicottaggio della Monsanto. In 52 paesi del mondo e oltre 400 città sono in corso mobilitazioni contro la multinazionale statunitense, che chiedono il boicottaggio dei suoi prodotti e lo stop definitivo all’introduzione di Organismi geneticamente modificati (Ogm), pesticidi e altre sostanze agro-chimiche nocive sulle nostre tavole. 

No Monsanto Day a Vicenza



Anche a Vicenza una trentina di attivisti hanno fatto un’iniziativa di informazione dei consumatori all’interno di un ipermercato a Borgo Berga, applicando delle etichette che segnalano la possibile presenza di Ogm in alcuni prodotti distribuiti nella grande distribuzione. La scelta di Borgo Berga non è casuale, come spiegano i promotori dell’iniziativa, Cs Bocciodromo, Csa Arcadia, Gruppo d'acquisto solidale No Dal Molin: “Abbiamo scelto un luogo simbolo della cementificazione e della distruzione del territorio, per ribadire la necessità di fermare il consumo di suolo e difendere la piccola agricoltura contadina che salvaguarda la terra e la biodiversità”.

Inoltre, il committente della grande opera a Borgo Berga è il gruppo Maltauro (con Codelfa di Tortona); gli attivisti hanno dedicato uno striscione all’imprenditore vicentino - “Maltauro divora la terra: No Expo” - attaccandolo al cantiere di Borgo Berga. “Abbiamo voluto attirare l’attenzione anche sulle recenti vicende nazionali, che hanno portato all’arresto di Enrico Maltauro nell'ambito dell’inchiesta su corruzione e turbativa d'asta per gli appalti di Expo 2015 - spiegano -. Se il tema dell’Expo di Milano è ‘Nutrire il pianeta, energie per la vita’, ci chiediamo quale nutrimento possa portare un evento che divora la terra e consuma suolo, portando profitto per pochi”. Il padiglione statunitense dell’Expo 2015 dovrebbe essere finanziato proprio dalla Monsanto, che è uno dei principali produttori mondiali di sementi transgeniche, pesticidi ed erbicidi inquinanti, impiegati nell’agricoltura industriale. Monsanto è anche produttrice dell’unico mais Ogm attualmente coltivato in Italia, in Friuli Venezia Giulia, il Mon810.

“Crediamo che la battaglia contro la diffusione degli Ogm in Italia debba essere fatta a tutto campo - hanno spiegato gli attivisti -: fermando le semine Ogm direttamente in campo, ma anche mobilitandoci per interrompere gli altri passaggi della filiera che porta gli Ogm sui nostri piatti”. L’importazione in Italia di prodotti contenenti Ogm, infatti, è possibile e molti cibi sono a rischio (soprattutto quelli contenenti derivati animali), ma non esiste nessun tipo di tracciabilità e nessuna forma di etichettatura che informi il consumatore. “Chiediamo trasparenza nella filiera produttiva e informazioni dettagliate ai consumatori sulla presenza di prodotti Ogm, con etichette che parlino in modo chiaro e semplice. Rivendichiamo il diritto di conoscere la provenienza dei cibi che acquistiamo e chiediamo che anche nella grande distribuzione organizzata si dica No agli Ogm, privilegiando le filiere Ogm free ed esigendo dai fornitori più trasparenza circa l’origine dei prodotti che andranno sugli scaffali dei supermercati”.

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