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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Processo Miteni, «No alla estromissione della Cgil»

Lo chiedono con forza i massimi dirigenti confederali locali che ribadiscono i motivi per cui il sindacato si sia costituito parte civile

«In vista dell'udienza di domani 11 novembre 2021 del processo contro i presunti responsabili dell'avvelenamento da sostanze Pfas prodotto nei territori di tre province venete, Vicenza in primis, i segretari generali della Fictem» sigla dei chimici di Cgil in una con il segretario generale della Cgil di Vicenza, «che si sono costituiti parte civile nel processo, chiedono con forza che venga respinta la richiesta degli avvocati difensori degli imputati di estromettere il sindacato dal processo proprio come parte civile». Lo chiedono con forza proprio i due massimi dirigenti di Cgil-Filctem Vicenza Giuliano Ezzelini Storti assieme al segretario generale per il Vicentino Giampaolo Zanni in una nota diramata stamani. «Noi siamo - rimarcano i due - parte lesa perché rappresentiamo cittadini contaminati e dipendenti che hanno bel sangue elevatissimi valori di sostanze Pfas. Per questo ci siamo costituiti parte civile nel processo aperto contro i presunti responsabili, e per questo va respinto il tentativo degli avvocati difensori di escluderci dal processo che deve fare emergere la verità su questa gravissima contaminazione ambientale e lesione della salute delle lavoratrici e dei lavoratori e della popolazione».

Poi un altro affondo: «Ricordiamo peraltro - aggiunge Zanni - che l'Inail di Vicenza ha già riconosciuto una ventina di richieste di ex dipendenti Miteni, avanzate dal Patronato Inca-Cgil di Vicenza, di riconoscimento di malattia professionale a causa del bio-accumulo nel sangue di sostanze Pfas, che l'istituto ha ricostruito essere un danno alla salute di queste persone contaminate, per questo va respinta la richiesta di escluderci come Parte Civile». I Pfas, temutissimi derivati del fluoro utilizzati in ogni campo industriale, sarebbero stati immessi abusivamente nell'ambiente come scarti dalla trissinese Miteni, oggi fallita.

È lo stesso Zanni in ultimo a concludere la nota: «Il processo deve far luce sui fatti, ma occorre nel contempo dire una parola definitiva sulla bonifica del sito contaminato, perché solo così terminerà l'avvelenamento della falda; occorre che la Regione dica una parola chiara sulla contaminazione degli alimenti prodotti nell'area inquinata ed è necessario che la stessa proceda con gli studi sulla salute dei dipendenti e della popolazione coinvolta».

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