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Cronaca

Multato, hackera il Google Maps del comando scrivendo "Mafioso" e salutando in modo fascista

Protagonista della vicenda un vicentino, A.M., 40 anni, che è stato subito individuato dalle forze dell'ordine

Un uomo, residente nel vicentino, dopo aver ricevuto la notifica per una violazione al codice della strada, evidentemente non gradita, invece di adire le normali procedure per la contestazione della sanzione, ha messo nero su bianco ed ha inviato una mail alla polizia locale di Treviso: la missiva conteneva una serie di insulti, minacce ed auguri di morte agli uomini e famiglie della Polizia Locale, oltre a pesanti insulti alla città di Treviso e si chiudeva con una esaltazione di memoria fascista.

La mail è stata subito posta all’attenzione degli investigatori per individuare il mittente. A distanza di poche ore è stata accertata la modifica sulla pagina di “Google maps” della denominazione del Comando di Polizia Locale: un utente aveva eseguito, con il proprio account di google, una variazione, aggiungendo la parola “mafioso” dopo la dicitura Comando. Era lo stesso autore della e-mail.

Immediatamente sono state attivate dal Comando di Polizia Locale una serie di verifiche incrociate dei dati e attuate tutte le contromisure informatiche al fine di ripristinare l’originale intestazione, che il gestore di Google maps ha eseguito nel giro di poche ore. A distanza di poche ore il personale della Polizia Locale ha individuato l’autore del fatto, pluripregiudicato, nei confronti del quale sono scattate tutte le procedure giudiziarie per tutelare il Corpo di Polizia Locale e l’Amministrazione Comunale.

Gli investigatori, preparando un’informativa per la Procura della Repubblica, hanno acquisito di tutti gli elementi per ricostruire l'episodio, compresi i vari commenti che lo stesso utente aveva postato, utilizzando spesso la stessa terminologia, attaccando pesantemente altre pubbliche amministrazioni e varie società. L’uomo, A.M., 40 anni, è già stato convocato presso il comando di via Castello d'Amore per la contestazione dei reati accertati, aggravati dalla diffusione attraverso sistemi informatici. 

da Trevisotoday

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