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Cronaca Villaga

Addio, amico Gianni

Il ricordo di Alberto Belloni

Sono sempre i migliori che se ne vanno. A volte è vero, a volte no.

In questo caso si, perché Gianni Stefani era davvero un uomo di spessore. E non solo per l’attività imprenditoriale che aveva saputo gestire con grande perizia, ma anche per la sua statura umana, nella famiglia e nel modo dello sport. Dopo essere stato a lungo dirigente dell’Hockey Trissino, a prevalere è stata alla fine la sua grande passione per le moto. Gli piaceva andare su strada, gareggiare nel cross ma soprattutto era affascinato dalle avventure nei rallies. Per le sue ripetute esperienze in gare massacranti come la Parigi-Dakar, il Rally dei Faraoni e l’African Race, in sella alla due ruote oppure con il fido Quad, l’avevano ribattezzato “Il leone del deserto”.

Gli è stato fatale il Tuareg Rally 2019, cui partecipava come concorrente con al seguito la moglie, in un incidente avvenuto proprio all’inizio della corsa, nel pomeriggio del 19 marzo sulle sabbie dell’Algeria. Gianni Stefani era noto anche per essere il padre di Erika, attuale ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie e dell’altro figlio, Manuel, suo braccio destro nell’attività commerciale.

In un’intervista rilasciata a me in occasione dei suoi 70 anni, aveva ricordato con orgoglio di essere tra i più “vecchi” motociclisti ancora in attività a certi livelli. Per questo s’era guadagnato l’altro nomignolo di “indistruttibile”. Ma come talora accade, ci pensa il Fato a ricordarci la fragilità della natura umana e l’imponderabilità della vita. I testimoni raccontano che Stefani stava volando sopra ad una duna quando ha perso il controllo del mezzo, che l’ha repentinamente sbalzato nel vuoto. Il Quad è una moto a quattro ruote di per sé piuttosto sicura, ma quando si partecipa ad un rally è fatale spremere sempre dal motore il massimo possibile.

Nella caduta, Giovanni è stato poi schiacciato dai circa due quintali del mezzo, in un impatto che si è rivelato fatale. A nulla è servito il pronto intervento del collega che lo seguiva a poche centinaia di metri, così come l’arrivo in pochi minuti del medico della corsa, cui non è rimasto che accertarne il decesso. Nella foto, la rara immagine di una rovinosa caduta occorsa a Stefani in una precedente gara nel deserto, da cui uscì fortunatamente con pochi danni.

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