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Cronaca

Finto palestrato adesca uomini sposati su una chat per gay: arrestato

L'uomo, che nella chat aveva delle foto da super atleta, in realtà era claudicante: la storia. Tra le vittime anche due militari della base USA di Vicenza

Grazie ad un finto profilo su un famoso sito per incontri omosessuali agganciava uomini sposati per poi fotografarli e riccattarli. Tra le sue vittime anche due militari impegnati nella base USA di Vicenza. Per questa ragione è finito in manette un senegalese di 37 anni, K.C.G. Ad incastrarlo, con l'accusa di estorsione, sono stati gli agenti del Commissariato Porta Genova a Milano, diretto da Manfredi Fava, che il 16 ottobre avevano ricevuto la denuncia dell'ultima vittima. 

LA STORIA 

Alle sue vittime mostrava delle foto di un uomo palestrato, anche se in realtà lui era claudicante e per nulla atletico, e chiedeva incontri riservati per i quali 'fissava' tre regole fondamentali. Primo: gli appuntamenti dovevano avvenire sempre all'interno delle loro case. Secondo: i 'partner' dovevano essere sempre sposati, perché non voleva una relazione sentimentale 'seria'. E , infine, il sesso non era a pagamento ma solo per divertimento.

Una volta adescato, in realtà, si presentava 'armato' di cellulare e fotografava abitazione e vittima in atteggiamenti inequivocabili per poi ricattarlo per cento o duecento euro, prima di sparire. Le manette per il senegalese sono scattate dopo l'ultima denuncia. L'uomo aveva raccontato di aver conosciuto il suo aguzzino in una chat per incontri gay, poi era caduto nella trappola.

Il giorno dell'appuntamento, dopo aver fatto numerose foto al suo appartamento, il senegalese lo aveva immortalato anche nudo, poi gli aveva 'strappato' le chiavi dell'appartamento come pegno e aveva preteso dei soldi. Non per la prestazione sessuale, che non c'era stata, ma per non divulgare le foto online. A quel punto, terrorizzato dall'idea che la moglie e la famiglia potesse venire a conoscenza dell'accaduto, l'uomo cedeva ai ricatti e andava insieme al 37enne a prelevare al bancomat.

LA DENUNCIA 

La vittima però, trova il coraggio di denunciare l'estorsione e cominciano le indagini. Le parole dell'uomo trovano riscontro nelle chat ancora salvate e nelle telecamere della banca - in zona Solari a Milano– che avevano inquadrato la consegna del denaro.

In pochi giorni, i poliziotti rintracciano l'africano: la sua storia è costellata di episodi identici, almeno sei ma, spiegano gli investigatori, le denunce in questi casi sono molto rare. Già nel 2005 ci sono le prime denuncie contro K. e nel 2011 era stato condannato a 3 anni di carcere a Bergamo per lo stesso motivo. E' stato scovato in via Washington a Milano nel pomeriggio di mercoledì, indossava gli stessi abiti di lunedì 16 e girava con la sua stampella. E' stato sottoposto ad un fermo di polizia giudiziaria.

(da milanotoday.it)

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