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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cargo e barconi: così la mafia nigeriana si rafforza in Europa

L'ultima operazione della squadra mobile di Vicenza ha di nuovo puntato le luci su quello che, ormai da anni, è un fenomeno criminoso diffuso in modo capillare: traffico di droga e di esseri umani, oltre a sfruttamento della prostituzione, sono le attività della "piovra nera" che ha a Verona una delle sue roccaforti

Fermati in stazione con 15 chili di marijuana e con in tasca una richista di asilo. Destinazione una tra le tante insopettabili basi di spaccio in città; provenienza ignota, forse la vicina Verona, la roccaforte della cult Eiye, che ha il controllo del Veneto. 

La piovra nera

E' di ieri pomeriggio, venerdì, l'ultimo colpo assestato dalla squadra mobile vicentina alla mafia nigeriana ma, come sanno gli inquirenti, si tratta di una piccola goccia nel vasto mare criminale che è sotto il controllo di questa organizzazione altamente verticistica, violenta e senza scrupoli, che negli ultimi 30 anni si è andata sempre più rafforzando in alcuni paesi europei (ma anche oltreoceano), Paesi Bassi, Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Belgio, oltre all'Italia. Le mani dei boss, che risiedono nei Paesi d'origine, quindi Nigeria, Benin e Ghana, gestiscono miliardi di euro, frutto del traffico di droga e di esseri umani e dello sfruttamento della prostituzione

A Vicenza

Il capoluogo berico non è tra le città venete a più alta infiltrazione - Verona, Padova e Venezia - ma, rileggendo le cronache degli ultimi 10 anni, non può non saltare agli occhi come la perecentuale di arresti e fermi tra la comunità nigeriana residente in città sia un dato di spicco. Da quando emerge, la presenza all'ombra di Monte Berico, è legata ai gradini più bassi della struttura, dove il "criminale" è spesso "vittima".

Dal barcone alle bici

I piccoli spacciatori vengono spesso assoldati nei centri di accoglienza: la mafia del loro Paese  sembra quasi essere l'unica certezza in terra straniera. L'arruolamento può avvenire anche nei cosiddetti "lager libici" dove numerosi testimoni hanno riferito che tra i più feroci aguzzini ci sono moltissimi uomini nigeriani, oltre ai miliziani locali. Il "responsabile" smista letteralmente i migranti nelle varie città della rete e dà loro un contatto sicuro. Si tratta di una persona già da tempo in Italia, a volte regolare e spesso "insospettabile".
Probabilmente è da un appartenente a questa tipologia che si stavano recando i due arrestati di venerdì. E' del 27 marzo scorso l'arresto di un 31enne con in casa oltre 10 chili di marijuana, sulla quale la mafia nigeriana ha praticamente il monopolio, occupandosi della produzione e della spedizione via nave. In questi lindi appartamenti avviene il confezionamento della sostanza e ha il via la microrete di pony express. 

Voodoo, stupri e sfruttamento

Diverso e assolutamente più drammatico quanto emerge sulla condizione delle donne. Reclutate nei villaggi di origine, oltre a dover subire molteplici violenze sessuali nel calvario fino alla Libia, vengono spesso utilizzate come "ovulatrici" al momento dell'imbarco (oltre alla Nigeria, anche la Libia è punto di partenza della droga), per poi subire lo sfruttamento lungo le nostre strade. Chi ce la fa può diventare "maman" e passare da vittima a carnefice, salendo la sanguinosa piramide criminale della piovra nera. A Vicenza ne fu arrestata una, con altri sodali, ma, nonostante gli sforzi investigativi dei carabinieri, il giudice non li condannò per associazione mafiosa. 

Tutti sono tenuti sotto lo strettissimo controllo dei vertici tramite l'attuazione d violente pratiche che si ispirano al Voodoo e con minacce reali di ritorsioni nei confronti dei famigliari rimasti in patria. Questo aspetto, emerso in numerosi rapporti investigativi europei, è stato confermato dalle drammatiche testimonianze dei primi pentiti, dopo un'operazione a Ballarò, in Sicilia, dove governa la Black Axe. 

Gli accordi

Una simile infiltrazione in un territorio come quello italiano dove la criminalità organizzata è tradizionalmente autoctona non può che essere spiegata con dei veri e propri accordi commerciali con l'organizzazione che comanda nelle aree dove la mafia nigeriana vuole fare affari. Rimanendo nel Vicentino e nel Veronese, la controparte non può che essere stata la 'ndrangheta, responsabile del traffico di droga nel Veneto nord-occidentale ma, ad oggi, questa sfera resta ancora avvolta nel buio. 

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