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Cronaca

Lotta alla tratta degli esseri umani: i dati del Veneto

In dieci mesi di attività gli operatori hanno contattato 1942 persone, avviato a percorsi di orientamento 342 potenziali vittime, inserito in percorsi di protezione sociale 63 adulti (in prevalenza donne straniere, oltre la metà sono nigeriane) e 23 minori

che si avvale anche del numero verde anti-tratta gestito dal comune di Venezia, ha consentito alle forze dell’ordine di avviare 27 procedimenti penali contro le reti illegali e il traffico di persone, di cui 7 gestiti direttamente dalla Direzione distrettuale antimafia. “Il progetto ‘Network anti-tratta Veneto’ – evidenzia l’assessore regionale al Sociale - ha permesso di avviare un percorso di superamento della frammentazione dei settori coinvolti (sanità, lavoro, tutela minori, formazione…) e anche di rafforzare, oltre che la rete nel territorio, anche la conoscenza delle dimensioni di questo fenomeno in Veneto, elemento indispensabile per delineare una corretta programmazione”.

“In virtù di questa sperimentazione, nella quale la Regione ha svolto il ruolo di ‘cabina di regìa’ – prosegue l’assessore - abbiamo voluto confrontarci con i direttori dei servizi socio-sanitari, i comitati dei sindaci oltre che con i Comuni capoluoghi di provincia per formulare una estensione del progetto, che potremmo chiamare “N.A.Ve 2”, in modo da proseguire e rafforzare le forme di collaborazione e partenariato, con particolare attenzione non solo ai grandi centri urbani ma a tutto il territorio regionale, dove il fenomeno dello sfruttamento di donne e minori purtroppo si sta diffondendo”.

“Gli esiti del lavoro svolto nei primi dieci mesi, il numero di enti coinvolti e la rete territoriale attivata – conclude l’assessore – ci impongono di non mollare la presa nel contrasto alle molteplici forme di sfruttamento delle persone, in considerazione anche dell’aumento dei flussi migratori, degli arrivi di minori stranieri non accompagnati e della crescita dell’industria criminale dei trafficanti di esseri umani. Proseguire il lavoro del network, allargando il numero dei partner, ci consente di consolidare un modello efficace di contrasto e di offrire una risposta etica ad una piaga aberrante, che rappresenta il nuovo volto della schiavitù”.

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