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Cronaca Sarcedo

Lite in famiglia, arrivano i carabinieri e trovano due bombe: arrestati padre e figlio

Gli artificieri sono stati allertati per accertare la pericolosità e la successiva messa in sicurezza dei due proiettili di artiglieria. 

Nella serata di sabato 30 ottobre una chiamata al 112 ha chiesto l’intervento dei carabinieri per l’ennesima lite tra fratelli abitanti a Sarcedo. L’equipaggio della radiomobile, giunto in via Barcon si è trovato davanti Josè Milan, che aveva effettuato la chiamata, e il fratello Silvano: tra i due non corre buon sangue da diverso tempo. 

I militari quindi hanno raccolto tutte le informazioni fornite dai contendenti per cercare di dirimere la lite quando ad un certo punto, mentre i due continuavano ad ingiuriarsi tra loro, uno dei testimoni presenti in loco riferiva ai carabinieri che Josè deteneva nel vicino capannone di proprietà due bombe. A quel punto i militari, dopo aver chiesto il rinforzo dell’altra pattuglia di Breganze, hanno fatto scattare una perquisizione alla ricerca di armi e dentro una grossa botola presente nello stesso capannone, hanno trovato due ordigni bellici da mortaio di grandi dimensioni.

Quello più grosso calibro 210 mm della lunghezza di 70 centimetri mentre l’altro, lungo 60, calibro 120, entrambi potenzialmente pericolosi e risalenti alle due guerre mondiali. Immediatamente è scattata la messa in sicurezza di tutta la zona residenziale ponendo sotto sequestro l’intero capannone dove sono stati rinvenuti gli ordigni con l’apposizione dei sigilli.  Dalle prime indagini è altresì emerso che quegli ordigni pare che siano stati lì accantonati quarant’anni prima, quando l’immobile era già di proprietà dell’87enne Vasco Milan, ora usufruttuario dell’immobile e padre dei due contendenti.

A quel punto ai militari non è rimasto che procedere all’arresto dell’anziano e del figlio Josè i quali dovranno rispondere di detenzione illegale di munizionamento da guerra. I due congiunti, fino a questa mattina, così come disposto dalla dottoressa Alessia La Placa, pm di turno presso la procura vicentina, sono rimasti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni. Poche ore fa, negli uffici della caserma di via Lavarone, si è tenuta l’udienza in cui il giudice del tribunale ha convalidato l’arresto gli stessi rimettendoli in libertà. Nel frattempo gli ordigni bellici e l’immobile sequestrato resteranno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria fino al termine delle indagini e all'intervento degli artificieri per accertare la pericolosità e la successiva messa in sicurezza dei due proiettili di artiglieria. 

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