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Cronaca Isola Vicentina

Lavoratori irregolari e costretti a vivere in un tugurio, tre denunciati

Nei guai i tre titolari cinesi di un'azienda di confezionamento di Isola Vicentina

Nel corso di un controllo inserito nell’ambito di monitoraggio e di controllo del fenomeno del caporalato, effettuato nello specifico presso un’azienda di confezionamento di indumenti che si trova nel comune di Isola Vicentina, gli ispettori della squadra mobile e dell’ispettorato del lavoro hanno fin da subito riscontrato alcune anomalie. Al momento del controllo, infatti, all’interno dei locali della azienda tessile sono stati rintracciati tre cittadini cinesi irregolari nel nostro Paese, intenti a prestare la propria attività lavorativa.

Condotti negli uffici della questura e messi a disposizione dell’ufficio immigrazione, dopo una attenta valutazione delle loro posizioni soggettive, il questore Paolo Sartori ha deciso di emettere nei confronti di costoro altrettanti ordini di allontanamento dal territorio nazionale.

Al termine delle attività di polizia giudiziaria sono stati identificati altri tre cittadini cinesi, tali H. J. di 42 anni, W. X. di 50 anni e H. S di 47 anni, titolari della azienda ispezionata, tutti regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale, che sono stati denunciati in stato di libertà alla procura della repubblica di Vicenza per diverse ipotesi di reato, tra le quali intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro irregolare, nonché violazione delle norme sul lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato.

Inoltre, poiché quasi nessuna delle disposizioni e delle conseguenti prescrizioni normative contenute nella legge che regola le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è stata rispettata, sempre a carico di questi ultimi tre soggetti sono state comminate anche numerose contravvenzioni in materia di prevenzione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’ambiente e la situazione che si sono presentati agli occhi degli ispettori della questura e dell’ispettorato del lavoro, infatti, hanno permesso di riscontrare la loro totale inadeguatezza, così come nel caso degli alloggi ove i lavoratori venivano ospitati: in particolare, gli ambienti dove i tre cittadini stranieri irregolarmente presenti in Italia erano costretti a dormire e a mangiare erano composti da uno spazio angusto, privo di luce e di areazione naturale, e senza il rispetto di alcuna forma di igiene, le vie di fuga erano non conformi alle normative e gli estintori non revisionati, l’impianto elettrico non certificato, così come assenti il documento di valutazione dei rischi ed ogni attività di formazione ed informazione a beneficio dei dipendenti.

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